Il Comune di Roma fa marcia indietro e annuncia il ricollocamento in altri centri d’accoglienza della Capitale delle 60 persone di etnia rom il cui trasferimento a Torre Maura, nella periferia est, ha scatenato le proteste dei residenti della zona, con cassonetti dati alle fiamme, urla e barricate. “Le operazioni saranno curate dalla Sala operativa sociale a partire da stamattina e si concluderanno in sette giorni”, spiega il Campidoglio. Sulla vicenda è intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi che, ospite a DiMartedì su La7 ha ribadito che su migranti e i campi rom sta portando avanti “quella che abbiamo definito la ‘terza via’: bisogna essere inflessibili con i delinquenti, ma i bambini e le persone fragili devono essere aiutati”. Sulla questione è intervenuto nella serata di ieri anche il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, che aveva detto che “come al solito la sindaca Raggi scarica sulle periferie i mali di questa città“, chiedendo “l’immediato intervento del prefetto affinché le 70 persone di etnia rom siano destinate altrove e non nel VI municipio, che già conta numerosi accampamenti abusivi e il più grande campo attrezzato del centro Italia”. 

Intanto nella notte si è placata la protesta dei residenti di Torre Maura che martedì pomeriggio erano scesi in strada per dire il loro “no” al trasferimento di un gruppo di famiglie rom (33 bambini, 22 donne delle quali tre in stato avanzato di gravidanza) provenienti dal centro di accoglienza di Torre Angela nell’ex clinica di via Codirossoni. Il gruppo, proveniente dalla vicina via Toraldo, al di là della circonvallazione orientale, è arrivato scortato dalla polizia scatenando la rabbia degli abitanti del quartiere. I residenti hanno creato barricate con i cassonetti dei rifiuti rovesciati e poi dati alle fiamme. Sul posto era presente la polizia in tenuta anti sommossa, che ha cercato di placare gli animi dei residenti, che hanno continuato però la loro protesta, supportati in serata anche dall’arrivo di alcuni esponenti di gruppi di estrema destra come Casapound. [jwpklayer]uySRwX7J[/jwplayer]

La struttura, vincitrice di un bando europeo, deve accogliere una settantina di persone e fornire loro cibo. Ma gli abitanti, furiosi, hanno bloccato l’arrivo di pane. I panini, contenuti in piccole confezioni di plastica, sono stati rovesciati per terra, calciati e calpestati. Alcuni hanno gridato: “E gli date pure da mangiare? Dovete morire di fame!”. Altri: “Fate schifo, zozzoni!”. Per questo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine per danneggiamento e minacce aggravate dall’odio razziale. A piazzale Clodio sono in attesa di una informativa dalle forze dell’ordine intervenute.

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