Il convegno delle Famiglie di Verona non avrà il patrocinio della Presidenza del consiglio, ma solo quello del ministero di Lorenzo Fontana. Lo ha annunciato – dopo giorni di polemiche – il premier Giuseppe Conte su facebook. “Il patrocinio sul World Congress of Families è stato concesso dal Ministro Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del Governo All’esito di un’approfondita istruttoria e dopo un’attenta valutazione dei molteplici profili coinvolti, ho comunicato al Ministro Fontana la opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta”, ha detto il presidente del consiglio.

“Al fine di eliminare i dubbi interpretativi che sono sorti e che riguardano le procedure di concessione del patrocinio della Presidenza del Consiglio, ho dato incarico al Segretario Generale di adottare una nuova circolare, più perspicua di quella attuale”, spiega il capo del governo che aggiunge: “È importante chiarire che alla mia attenzione e a quella dei miei uffici non è mai giunta alcuna richiesta di patrocinio da parte degli organizzatori dell’evento e che il patrocinio è stato concesso dal Ministro per la famiglia e la disabilità, Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative”.

Il diretto interessato, cioè Fontana, ha commentato la decisione di Conte sostenendo di avendola già anticipata ieri a Montecitorio. “Esattamente come annunciato ieri in aula alla Camera, rimane il patrocinio da parte del Ministero della Famiglia. Per quanto riguarda il logo e il suo utilizzo, essi fanno capo ad un altro Dipartimento, e quindi la concessione o il ritiro non sono di mia competenza”, ha detto il ministro della Famiglia. Che per la verità, durante il question time, aveva parlato di “intento del governo”: “Alcune notizie apparse in questi giorni – aveva detto il leghista – sono destituite da ogni fondamento: confermo l’intento del governo di concedere all’evento il patrocinio, deciso a novembre; e confermo la mia partecipazione al convegno”.

Ma, di fronte a un evento cui prenderanno parte anche associazioni antilgbt, il Conte ci ha tenuto a sottolineare che il “rispetto della persona indipendentemente dall’orientamento sessuale” e la “piena legittimazione” delle unioni civili e delle convivenze sono “criteri fondamentali” cui il governo non intende derogare.  A Verona, nel weekend tra il 29 e il 31 marzo, andrà anche Matteo Salvini. E Conte puntualizza che “ovviamente ciascun esponente del governo sarà libero” di andare, “esprimendo le proprie convinzioni”.

Dal palco di Verona è destinata comunque ad emergere la frattura tra M5s e Lega sul tema. Il  premier prende le distanze da posizioni estremiste. “Tuteliamo con la massima attenzione ed energia la famiglia fondata sul matrimonio” ma questo non può “in alcun modo compromettere il riconoscimento giuridico e la piena legittimazione delle unioni civili e delle diverse forme di convivenze basate su vincoli di natura affettiva”. Una presa di posizione che fa esultare il M5s, con Francesca Businarolo, ma anche il Pd, con Giuditta Pini: “Abbiamo vinto”, dichiarano entrambe.

Articolo Precedente

Lgbt, ragazzi leggono i messaggi scritti sui social: “Non fa ridere”. La campagna Arcigay contro l’hate speech

next
Articolo Successivo

Adozioni, i “ladri di bambini” non ci sono. L’archiviazione che inchioda l’autorità: “Denunce infondate e abuso di potere”

next