Accolto da un lunghissimo e commosso applauso, Manuel Bortuzzo, la 19enne promessa del nuoto rimasta paralizzata alle gambe dopo essere stato colpito a Roma da un proiettile sparato da due ragazzi lo scorso 3 febbraio, è stato ospite di Massimo Giletti a “Non è l’arena”, su La7.
Manuel ha spiegato le ragioni per cui non si è lasciato avvincere dallo sconforto: “Ho guardato avanti. Ho cercato tutte le cose più belle che potevano esserci davanti e che mi aspettavano. E sono molte di più di quelle brutte che ho passato. Sicuramente l’essere atleta mi ha aiutato, cioè il saper guardare avanti per obiettivi. Adesso combatto contro me stesso e contro il tempo, come ho sempre fatto in acqua. Ora, però, ci sono io e basta: io che lotto contro me stesso e mi sfido. E ogni giorno, sensazione per sensazione, vado avanti”.
Il giovane nuotatore ha descritto la sua riabilitazione in acqua: “La prima volta mi sono seduto sul muretto, ho messo le gambe in acqua e non ho sentito niente, nessuna sensazione di bagnato o di asciutto. Poi, piano piano, entrando in acqua con tutto il corpo mi sono sentito finalmente bagnato. Una volta immerso, ho provato una grande emozione e una sensazione bellissima, a cui prima non davo peso perché mi sembrava normale”.
Manuel ha voluto rivedere la terribile scena dell’aggressione e ha spiegato il motivo: “Voglio riguardare l’immagine per capire se si vedeva una parte un po’ particolare di quel momento. Ed è quella in cui ho detto alla mia ragazza: ‘Ti amo’. Ero lì, avevo mille pensieri per la testa, però averla vicina mi ha fatto subito pensare a una cosa. Non sapevo se sarei riuscito più a rivederla. Lei doveva sapere che la amavo“.

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