Quello di Akash è stato un addio al celibato indimenticabile. Il figlio di Mukesh Ambani, leader nel settore petrolifero e considerato l’uomo più ricco dell’India e il 18esimo al mondo, ha festeggiato il pre-wedding in stile bollywood/glam/cafonal sfavillante. Noleggiati due Airbus mentre un servizio di elicotteri/navette sbarcavano gli ospiti provenienti da ogni dove sulla pista dell’aeroporto privato di Samedan in Engadina. Letteralmente blindato il cinquestelle il Badrutt Palace di Sankt Moritz (che appartiene al lussuosissimo brand power dei Leading Hotel of the world)  dove si è svolto uno sfarzoso ricevimento d’accoglienza, party numero uno. Mentre sul lago ghiacciato è stato allestito un luna park con ruota panoramica alta 25 metri, giostre e giostrai in maschera, banchetti e gazebo per la pesca del cigno e il tiro a segno. Venditori ambulanti in uniformi luccicanti offrivano street food ovviamente pluristellato. I promessi sposi sono arrivati su una carrozza, stile Walt Disney, trainata da cavalli bianchi. Lei avvolta in uno zibellino argentato. Tenendosi per mano hanno posato davanti a due sagome di cartone vestite con pomposi abiti coloniali. Sembravano sorridere al sic transit gloria mundi.

Il padre dello sposo vanta un patrimonio personale di 44 miliardi di dollari, dunque per lui era una spesuccia di poco conto gli 8 milioni di euro spesi per il maxiaddio al celibato. E, sorpresa finale, volati espressamente in jet privato, la band rock dei Coldplay per intonare agli sposi Viva La Vida.  Più di così. Non poteva mancare una cascata di fuochi d’artificio che hanno illuminato l’intera vallata. E il giorno dopo una pioggia di polemiche da parte dei residenti: troppo caos, troppo rumore. Cosa si è inventato il Comune, oltre a partorire uno sterile comunicato (eventi del genere sono nel Dna di Sankt Moritz e creano un beneficio in termini economici e d’immagine), the day after ha distribuito ai residenti un pass d’accesso a Wonderland per vedere da vicino come si divertano i ricchi. Distribuiti ai comuni mortali lecca lecca e nuvole di zucchero filato colorato. No, questa volta niente elefanti bardati a festa. Fu l’ingombrante regalo che un miliardario indiano fece alla moglie. A bocca aperta rimasero gli invitati quando il pachiderma varcò la soglia del Badrutt Palace. Come ricorda Carlotta Zuccarelli, international pr della catena LTD.

Di certo Shloka non mi leggerà. E non leggerà neanche “Mariti”, una raccolta di racconti pubblicata da Piemme per beneficenza: 27 storie dove ci sono Agatha Cristie, Cleopatra e Frida Khalo, ma anche vite normali, mogli seriali, e naturalmente mariti. II ricavato va a una scuola di Varanasi, India, un progetto per salvare potenziali  spose-bambine dal matrimonio, da un marito non solo inutile, ma dannoso. Studiando saranno indipendenti e perciò libere. Con la cifra che lo sposo di Shloka ha speso in due giorni poteva costruire cento, mille scuole per scolarizzare l ’India povera e analfabeta. All’opposto delle spose bambine, nel nostro sofisticato occidente, per Yann Moix, scrittore e filosofo cresciuto con Bernard Henri Levy, le cinquantenni sono “troppo vecchie”. Dice: “Preferisco i corpi più giovani. Il  corpo di una venticinquenne è straordinario. Il corpo di una donna di 50 non lo è per niente. (E quello di un uomo? parliamone…). Perciò è d’attualità fra i tanti, il  racconto di Roselina Salemi, passata dai “Mariti Intutili” (Cairo) ai Mariti, quasi normali. La storia si intitola, appunto provocatoriamente  “Quarantanove”, a un passo dal compleanno cruciale, dall’invisibilità, nel confronto spietato con il tempo che passa. Colte donne europee e bambine di Varanasi hanno in comune lo sguardo di un uomo che giudica e decide. Le vedo, non le vedo, le sposo, non le sposo. Ma noi sappiamo difenderci da sole, e in più salviamo le piccole indiane.

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