“Il presidente francese Emmanuel Macron si è intrattenuto oggi al telefono con il capo dello Stato italiano Sergio Mattarella, dopo il richiamo per consultazioni dell’ambasciatore di Francia in Italia”. Lo ha riferito in serata una nota dell’Eliseo. “I due presidenti hanno riaffermato l’importanza per entrambi i Paesi della relazione franco-italiana, nutrita da legami storici, economici, culturali e umani eccezionali“, si legge nella nota. Nel corso del colloquio Macron e Mattarella “hanno ricordato che la Francia e l’Italia, che hanno costruito insieme l’Europa, hanno una responsabilità particolare per lavorare insieme alla difesa e al rilancio dell’Unione europea”.

Il giornata il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, aveva ufficializzato in Parlamento che il motivo ufficiale per il quale il governo francese ha richiamato l’ambasciatore a Roma è stato l’incontro tra Luigi Di Maio e i gilet gialliIl faccia a faccia, avvenuto il 5 febbraio alla periferia di Parigi, tra il vicepremier del governo italiano con un esponente del movimento è stata “una vera provocazione“, ha ribadito il capo delle diplomazia d’oltralpe al Question Time all’Assemblée Nationale, la Camera dei Deputati francese.

“Abbiamo richiamato il nostro ambasciatore in Italia. E’ una misura temporanea in attesa che, speriamo, si possano avere le spiegazioni necessarie. Vogliamo che le relazioni tra l’Italia e la Francia ritrovino un andamento normale – ha affermato Le Drian – Per questo ci vuole un rispetto reciproco. Quando ci saranno di nuovo le condizioni ritroveremo un filo normale nelle nostre relazioni e questo nonostante le nostre divergenze con il Governo italiano attuale”.

“La Francia purtroppo è stata strumentalizzata da qualche mese dal dibattito politico italiano. Ce ne rammarichiamo – ha proseguito il ministro degli Esteri – Finora avevamo avuto delle osservazioni misurate, avevamo invitato l’ambasciatore italiana in Francia ad incontrarci per evitare che alcuni paletti non fossero superati. Il vicepremier Luigi Di Maio ha varcato una linea venendo inaspettatamente in Francia per incontrare un gilet giallo, che tra l’altro aveva fatto delle dichiarazioni che inneggiavano alla guerra civile e che parlava di un rovesciamento del governo da parte di militari. E’ stata una vera provocazione”.

Con l’Italia, rileva Le Drian, “c’è una forte amicizia, abbiamo una storia comune con un grande Paese come l’Italia. Abbiamo importanti scambi con il popolo italiano a livello culturale, economico, industriale. Abbiamo una cooperazione industriale considerevole e auspichiamo che questo rapporto storico continui”, sottolinea il ministro.

Una versione ufficiale che lascia sullo sfondo quello che negli ultimi due anni uno dei principali motivi di attrito tra Roma e Parigi: la corsa alla conquista dello scenario politico e delle risorse petrolifere della Libia. Il 16 gennaio Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica esplicitamente appoggiato dalla Francia, ha lanciato un’offensiva nella regione meridionale del Fezzan. E il 7 febbraio, poche ore prima che il Viminale puntasse il dito contro la polizia francese al confine e l’Eliseo reagisse, il suo esercito aveva annunciato la presa dell’impianto di Al Sharara, il più grande del Paese con una capacità di 315mila barili al giorno, un terzo della produzione totale, finora controllato dal governo di Fayez Al Sarraj, appoggiato dall’Italia.

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