Il marito di Cécile Kyenge, eurodeputata Pd, ha annunciato che si candiderà con la Lega alle prossime elezioni Comunali in provincia di Modena. “Ho firmato per Salvini ai banchetti della Lega, entrerò in lista alle comunali di Castelfranco Emilia, sono persone perbene quelli della Lega”. L’annuncio è stato fatto dallo stesso Domenico Grispino, marito della parlamentare Pd, a La Zanzara su Radio 24. “Ci sono le elezioni comunali”, ha detto, “e metto a disposizione della Lega quello che so, le mie competenze”. Grispino ha anche firmato ai gazebo contro il processo a Salvini sul caso Diciotti: “Sì finirà nel nulla”, ha detto. “Se uno prende una linea poi non può cambiare, è evidente che Salvini lo fa per svegliare l’Europa. Sta facendo bene”.

Proprio la Kyenge però, è stata più volte attaccata dal Carroccio. A gennaio 2019 il tribunale di Bergamo ha condannato il senatore della Lega Roberto Calderoli a un anno e sei mesi per diffamazione aggravata dall’odio razziale, perché nel 2013 definì l’ex ministra “un orango” durante un comizio a Treviglio. A maggio 2017 invece fu l’ex eurodeputato leghista Mario Borghezio a essere condannato a un risarcimento di 50mila euro per la collega Pd dopo aver detto che l’allora ministra “voleva portare le sue tradizioni tribali in Italia” e che “gli africani appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra”. Ad aprile 2018 invece c’era stato il caso delle feci di un cane sulle pareti della casa della Kyenge: lei parlò di “odio razziale”, il marito la smentì rivelando che si trattava di liti tra vicini di casa.

Per Grispino i rapporti tra il Carroccio e la moglie comunque non sono un problema. “Io penso per me, ognuno pensa per sé, con mia moglie non parlo mai di queste cose”, ha detto. “Sono a favore dello slogan ‘aiutiamoli a casa loro’ e bisogna creare dei punti strategici in Africa di attrazione delle persone. Ma mica con cattiveria. Salvini non è disumano, penso che sia una macchina da guerra per avere consensi. Poi ci sono altri personaggi a cui sono più vicino, come Giorgetti. Alle Europee non voterò Pd, per il partito di mia moglie. Le persone che ho conosciuto a Castelfranco sono molto in sintonia con me e tutt’altro che aggressive”.

La moglie ha replicato con una nota alle parole del marito. “Ribadisco e tutelo la sua libertà di candidarsi con chi desidera“, ha scritto, “non c’è nessuna novità, salvo il fatto che si stia finalmente avvicinando la data dell’udienza davanti al giudice per la fine del nostro matrimonio; udienza da me richiesta ormai mesi addietro. Comprendo lo sgomento di tutti, compreso quello dei militanti della stessa Lega”, scrive Kyenge. Con la fine del matrimonio, sottolinea, “ho cercato da tempo di mettere un punto finale all’episodica ed indecorosa esibizione delle questioni familiari, e posso capire le fibrillazioni della vigilia dell’udienza stessa”. “Le questioni politiche che mi vedono impegnata da anni, e nelle quali intende legittimamente impegnarsi pure mio marito, devono essere tenute al di fuori della cerchia familiare”.

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