Il tribunale deve decidere la data, ma una cosa è certa. Il sottosegretario all’Economia Laura Castelli sarà processata. È la decisione a cui è giunta la Procura di Torino alla fine di dicembre, quando ha chiesto che venisse fissata l’udienza per il procedimento nei confronti dell’esponente del M5s e altre 18 persone che avevano commentato un post su Facebook il cui la Castelli criticava una candidata Pd alle elezioni amministrative del 2016 nel capoluogo piemontese. Si ritroveranno davanti a un giudice per rispondere di diffamazione aggravata dall’utilizzo di un mezzo di pubblicità (cioè il social network), reato punito con una pena dai sei mesi fino ai tre anni di carcere o una multa non inferiore a 516 euro.

Durante la campagna elettorale delle elezioni amministrative di Torino nel 2016, Castelli – in quel periodo semplice deputata – aveva pubblicato infatti sulla sua pagina Facebook la foto di una giovane candidata del Pd alla Circoscrizione Tre di Torino, Lorena Lidia Roscaneanu, insieme a Piero Fassino e poi l’immagine di un articolo sull’inchiesta della Guardia di finanza in merito alle irregolarità dell’appalto del bar del Palazzo di giustizia. “Che legami ci sono tra i due? – scriveva -. Fassino da un appalto per il bar del tribunale di Torino a una azienda fallita 3 volte, che si occupa di aree verdi, con un ribasso sospetto. La procura indaga. Fassino candida la barista nelle sue liste. Quanto meno inopportuno. Che dite?”. I suoi “followers” avevano reagito scrivendo insulti, commenti razzisti e sessisti.

La giovane candidata del Pd, assistita dall’avvocato Gianluca Orlando, aveva fatto querela e la Procura aveva aperto un procedimento. In un primo momento, però, i magistrati avevano chiesto l’archiviazione, a cui il difensore di Roscaneanu si era opposto. Un anno fa il gup Paola Boemio aveva quindi respinto la richiesta di archiviazione ritenendo il post “dolosamente diffamatorio”: “Non sussiste alcun diritto di critica politica legittimamente esercitato”, anche perché metteva in collegamento un fatto – l’inchiesta – col lavoro della giovane facendo un “allusione, neppure troppo velata, all’esitenza di un legame intimo” tra la barista e l’ex sindaco di Torino.

Secondo il gup, l’onorevole meritava di essere mandata a processo anche perché “la provocazione veniva colta a piene mani dal popolo del web, alcuni dei quali, in maniera parimenti illecita, pubblicavano post a dir poco volgari”, in una cornice “voluta e creata dalla Castelli”. Per questo aveva chiesto al sostituto procuratore Barbara Badellino di formulare l’imputazione. Nelle scorse settimane la pm ha quindi chiesto la fissazione dell’udienza del processo per Castelli e alcuni autori dei commenti indirizzati a Roscaneanu. Il tribunale dovrà emettere un decreto di citazione in giudizio indicando la data dell’udienza. “Non ho ancora avuto nessuna notifica e non ho nulla da aggiungere”, ha commentato il difensore di Laura Castelli, l’avvocato Concetta Cagia.

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