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Cambiamenti climatici, le imprese devono essere preparate. E il primo passo è valutare i rischi

Cambiamenti climatici, le imprese devono essere preparate. E il primo passo è valutare i rischi
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di Federica Gasbarro

Ondate di calore, siccità, venti forti e trombe d’aria, piogge intense e inondazioni sono solo alcuni degli eventi catastrofici estremi che con sempre maggiore intensità e frequenza colpiscono il nostro Paese ogni anno. Le conseguenze si misurano in danni sociali ed economici, quali decessi e danneggiamenti di beni mobili e immobili. Tali danni riguardano sempre più spesso non solo le istituzioni e i privati cittadini, ma anche il tessuto produttivo e commerciale delle regioni coinvolte. Di grande impatto mediatico fu la narrazione dei danni riguardanti il pastificio Rummo a seguito di un’alluvione nel 2015, così come nel 2018 diverse attività commerciali e turistiche sono state messe in ginocchio dalla furia dei venti e delle tempeste sulla costa ligure e in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Sicilia e Sardegna, solo per citare le regioni più colpite.

Siamo sorpresi dal verificarsi di questi eventi naturali catastrofici? A ben guardare l’impreparazione di istituzioni e privati sembrerebbe proprio di sì. Eppure, si parla di cambiamenti climatici e delle relative conseguenze sui sistemi socioeconomici da oltre 30 anni, e negli ultimi dieci in maniera sempre più sistematica. Ci sarebbe stato tutto il tempo di prepararsi. Ma (forse) siamo ancora in tempo. Nonostante gli sforzi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, il clima continuerà a cambiare in futuro, dal momento che il processo è già innescato. Pertanto, la mitigazione delle cause dei cambiamenti climatici, sebbene sia fondamentale, non è sufficiente. L’adattamento a questi cambiamenti è necessario.

Come è possibile proteggersi, evitando o limitando i danni? Le imprese, per sopravvivere e restare competitive, dovrebbero partire da una valutazione del rischio che prenda in considerazione molteplici eventi catastrofici legati ai cambiamenti climatici e gli impatti potenziali sulla salute dei lavoratori, l’integrità degli asset aziendali, le infrastrutture, la continuità dell’attività produttiva, la responsabilità legale, la reputazione e l’immagine, la risposta del mercato e la stabilità finanziaria.

Una volta identificati i principali rischi, si può procedere all’identificazione e all’implementazione di opportune misure di adattamento, per evitare o ridurre gli impatti negativi relativi a eventi climatici estremi. Ma come fare una valutazione di rischio da cambiamenti climatici? Nell’ambito del progetto Life Iris (Improve Resilience of Industry Sector), cofinanziato dal programma Life della Commissione europea, è stata sviluppata una metodologia di valutazione del rischio fisico da cambiamenti climatici, che grazie a un approccio semplificato e a uno strumento applicativo fornisce uno screening iniziale sul livello di rischio climatico delle imprese in relazione agli eventi estremi.

Il progetto Iris è il primo progetto in Europa che affronta i rischi fisici da cambiamento climatico per il settore industriale e finanziario, proponendo soluzioni replicabili per migliorarne la resilienza. Sulla base della metodologia di valutazione fisica del rischio da cambiamento climatico, sono stati definiti tre piani di adattamento climatici nei tre cluster pilota:

1. Cap, consorzio attività produttive aree e servizi di Modena;
2. Sipro, agenzia per lo sviluppo di Ferrara;
3. Carlsberg Italia.

Sono inoltre state analizzate le opportunità relative a strumenti finanziari premianti nei confronti delle imprese resilienti al cambiamento climatico, ed è stato creato uno strumento di screening tramite un portale web gratuito, Cast (Climate Adaptation Support Tool), per aiutare le aziende a valutare la loro vulnerabilità ai rischi fisici legati al cambiamento climatico e che consente una prima identificazione delle misure di adattamento e di valutarne l’efficacia. Lo strumento applicativo Cast copre cinque eventi climatici estremi rappresentanti sorgenti di pericolo, otto categorie di impatto sul business, 43 diversi profili di sensitività per settore, uno scenario Ipcc e tre orizzonti temporali. Non resta che cominciare la valutazione di rischio!

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