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Africa e migranti, aiutiamoli a casa loro? E invece li sfruttiamo: dal pesce del Senegal ai diamanti e il petrolio - 5/6

Nella polemica sull'accoglienza, il vicepremier Di Maio ha citato il controllo valutario che i francesi esercitano su 14 Paesi del africani. Pubblichiamo integralmente l'inchiesta uscita sul nostro mensile Fq MilllenniuM a novembre, che raccontava come migliaia di miliardi di dollari escano ogni anno dal Continente nero per arricchire i Paesi occidentali, tra sfruttamento delle risorse ed esportazione dei capitali nei paradisi fiscali
Africa e migranti, aiutiamoli a casa loro? E invece li sfruttiamo: dal pesce del Senegal ai diamanti e il petrolio - 5/6
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L’Africa in credito
Già agli inizi degli anni ’90 molti Stati africani si ritrovarono seduti su un’imponente montagna di debiti. All’epoca, in media, circa un quarto del bilancio statale era impiegato per pagare gli interessi. Oggi la situazione si sta per replicare: sta per abbattersi sul continente una nuova crisi. Nel 2018, secondo il Fondo monetario internazionale, per la prima volta il debito supererà il 50% del Pil. In 5 anni gli interessi sono raddoppiati, arrivando ad impegnare in media il 12,5% della spesa pubblica. Il livello più alto dal 2001, secondo il gruppo di pressione Jubilee debt campaign.

Uno studio del 2018 (Honest Account 2017) dell’organizzazione britannica Global Justice Now mostra, in base ai dati del 2015, quanto siano zavorrate dagli interessi le economie africane: i governi avevano ricevuto prestiti per 32,8 miliardi di dollari, pagando interessi per 18 miliardi. Il report di Global Justice Now si spinge oltre, stimando il flusso complessivo di risorse finanziarie in entrata e in uscita dall’Africa e i costi di varia natura imposti al continente. Ed emerge che nel 2015 i Paesi africani avevano ricevuto 161,6 miliardi di dollari tra prestiti, rimesse e aiuti. Ma ne avevano persi 203 tra elusione fiscale, pagamento del debito ed estrazioni di risorse. L’Africa, impoverita, vantava quindi un credito nei confronti del resto del mondo di circa 41,3 miliardi di dollari. È come se al continente si imponesse un Piano Marshall al contrario.

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