C’è anche l’Italia scossa da “venti populisti” e alle prese con il dibattito sull’obbligo vaccinale sotto i riflettori nella rassegna degli eventi più importanti del 2018 che hanno segnato il mondo della scienza. Insieme ai cambiamenti climatici, alle mosse politiche in tema di ambiente dagli Usa al Brasile, ad annunci che hanno fatto discutere come quello del cinese He Jiankui sulla nascita della prime due gemelline con Dna modificato. Ma anche a scoperte celebrate come pietre miliari: dalla mappa più accurata oggi disponibile delle stelle della Via Lattea, fino alle rivelazioni su una cruciale love story agli albori dell’umanità, ricavate dal frammento osseo di un’adolescente figlia di una coppia mista, la prova che si stava cercando dell’esistenza dell’incrocio Neanderthal-Denisova.

A ripercorrere l’anno ormai agli sgoccioli è Nature che dedica un passaggio all’Italia nel racconto di quello che viene definito “un anno turbolento“, segnato anche “da accuse di bullismo nelle scienze” e qui il riferimento è in particolare a un caso che ha tenuto banco in Gb e agli Usa dove, sull’onda del #Metoo, anche il mondo scientifico si è confrontato col problema delle molestie sessuali. Il capitolo in cui viene citata l’Italia è quello dedicato ai populismi, in cui si spazia dall’elezione in Brasile del candidato della destra Jair Bolsonaro a presidente del Paese, con le sue promesse di “tornare indietro sulle normative ambientali”, scrivono gli autori dell’articolo, fino alle svolte di diversi Stati europei.

Un anno caratterizzato da annunci su frontiere genetiche esplorate, inclusa la clonazione del primo primate, con un metodo simile a quello usato per produrre la pecora Dolly, annunciata a gennaio. Sotto i riflettori nel 2018 anche il primo farmaco basato sulla tecnologia Rna Interference per silenziare un gene specifico, approvato per il trattamento di una malattia rara, l’amiloidosi ereditaria mediata dalla transtiretina. Fra gli eventi clou anche l’annuncio del Plan S, che ha scosso il mondo dell’editoria scientifica, iniziativa sostenuta da 11 finanziatori colossi della ricerca in Europa per rendere i lavori scientifici subito liberamente disponibili in una modalità completamente open-access.

Nel 2018 si è infine tornati a parlare della Luna, con la Nasa che ha iniziato a sviluppare idee per una stazione spaziale vicino al satellite della Terra. C’è poi l’Agenzia spaziale europea che guarda a Mercurio e si concentra sui misteri di Marte (a partire dal lago trovato lo scorso luglio), e quella giapponese che ha lanciato due piccoli robot sull’asteroide Ryugu, è stato un anno di fermento – tra stelle e scoperte sui raggi cosmici – anche nello spazio.  C’è poi un cenno all’Ungheria e al “governo populista di Viktor Orbàn”, che avrebbe “annunciato di voler controllare il bilancio dell’Accademia ungherese delle scienze” a partire dal 2019. “Cosa significherà per gli scienziati al lavoro nei 44 istituti di ricerca nazionali non è ancora chiaro“, chiosano gli autori di Nature. Spazio ovviamente all’impatto possibile della Brexit, senz’altro uno degli eventi dell’anno. Dove in ballo c’è anche “l’accesso a più di 1 miliardo di sterline di finanziamento annuale Ue alla ricerca, e il rischio di maggiori ostacoli alla circolazione di personale, tecnologie e medicinali dentro e fuori l’Unione”.

Ampio risalto viene dato anche al nuovo corso del presidente Usa Donald Trump e i possibili risvolti per la comunità scientifica, con il democratico Eddie Bernice Johnson, chair dell’Housès science panel, che ha promesso di “indagare, di difendere la scienza da attacchi politici e ideologici e affrontare il tema dei cambiamenti climatici”, si ricorda nell’articolo che affronta il nodo ambiente anche in un capitolo a sé, per via del fatto che “le evidenze di un clima che cambia sono aumentate ulteriormente nel 2018”. A cominciare dai “50 incendi che hanno infuocato la Svezia a luglio, alimentati dal caldo intenso e dalle condizioni più aride finora viste nel paese in oltre un secolo“. Stesso discorso per la California. Altro dato citato è l’aumento di 1,5 gradi centigradi delle temperature globali in meno di un decennio. “E ci sono scarse evidenze – osservano gli autori – del fatto che i governi stiano intraprendendo azioni aggressive per combatterlo”. Il 2018 è stato l’anno d’oro del grafene, il super materiale su cui si stanno concentrando tante ricerche, ma anche delle tecnologie quantistiche, a cui sono dedicati 20 progetti finanziati dalla Commissione europea.

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