Accende le lucine di Natale sul balconcino che si affaccia ‘e ncopp’ e quartiere del centro storico, attacca il microfono all’amplificatore e la sua voce da neomelodico inonda il vicolame. Il repertorio è vasto, da Reginella a O sole mio. E ovviamente in tema natalizio, non può mancare Tu scendi dalle stelle. Si fermano e alzano la testa passanti e stranieri. Poi il tizio dal do di petto perforante cala il paniere e la gente mette qualche spicciolo. L’improvvisato cantante, il clone di Nino D’Angelo, fa sapere che sono graditi anche generi alimentari: un paio di pomodori, una manciata di frutta secca.

Passa di lì Gianni Perrelli, firma storica dell’Espresso, l’ultimo degli inviati speciali di categoria, e chiede perché non scende a cantare per strada. La risposta è da antologia della commedia umana, uno spaccato dell’arte dell’arrangiarsi: “Signo’, chillu sta agli arresti domiciliari… tene pure o’ braccialetto, si jesce fore suona…”. E allora, affacciato sul rione, se la canta e se la suona. Prima di lui anche Topolino, la posteggia: si era messo a cantare a squarciagola, tra le proteste dei vicini. Pensa te che succede…

Comunque, buon Natale ai ricchi di spirito e ai poveri in canna, agli ingordi (trattenetevi con i grassi), a noi del Fatto e sopratutto a chi ci legge, le persone più importanti e decisive per chi fa questo lavoro.

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