Ibrahim, prima di attraversare il Mediterraneo, era arrivato in Libia. Lì era stato rapito e portato in prigione. In Italia, a Ibrahim è stata concessa la protezione umanitaria. “Sta studiando l’italiano, imparando e cercando un lavoro, ma dato che la protezione umanitaria gli è stata concessa dopo il 5 ottobre, dopo l’entrata in vigore del Decreto immigrazione e sicurezza, da poco convertito in legge, rischia nel prossimo futuro di ritrovarsi per strada, perché non potrà più entrare in un Centro di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), dove avrebbe dovuto concludere il suo percorso di integrazione”. A raccontare la storia di Ibrahim – richiedente asilo ospitato in un Centro di accoglienza straordinaria – è Oxfam, che in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei migranti raccoglie nel report “I sommersi e i salvati della protezione umanitaria” le esperienze dei migranti “vulnerabili”. Sono ragazze-madri, neo-maggiorenni arrivati soli in Italia, migranti traumatizzati e in fuga dall’orrore della guerra, da persecuzioni, dalle torture.

Per i traumi e gli abusi fisici e psicologici di cui è stato vittima, a Ibrahim è stata da poco riconosciuta la protezione umanitaria, ma in futuro rischia quindi di trovarsi al di fuori di qualsiasi circuito di accoglienza. Secondo le stime del dossier, questa sorte dovrebbe riguardare oltre 12 mila migranti vulnerabili, in regola con il permesso di soggiorno, mentre nei prossimi 2 anni circa 120 mila persone sono destinate a scivolare nell’irregolarità, tra permessi per motivi umanitari non rinnovati (circa 32.750), non rilasciati (27.300), e pratiche arretrate che saranno esaminate dalle Commissioni territoriali secondo le nuove disposizioni di legge (70 mila).

“È un’assurda lotteria dell’accoglienza, che la nuova legge ha aggravato a dismisura. Non si tiene più conto della condizione dei richiedenti asilo, del loro percorso di integrazione”, ha detto Alessandro Bechini, direttore dei programmi in Italia di Oxfam, mentre Giulia Capitani, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia, ha ricordato: “Su 18mila permessi per protezione umanitaria concessi da gennaio a settembre nel nostro paese, solo una minoranza potrà continuare a seguire un percorso di integrazione virtuoso all’interno dei centri Sprar. Le Prefetture di tutta Italia nei giorni scorsi hanno inviato agli enti gestori dei Cas disposizioni per la cessazione immediata dell’accoglienza dei titolari di protezione umanitaria. Migranti vulnerabili sono stati semplicemente gettati in strada, in pieno inverno, senza nessun riguardo per la loro condizione e in totale assenza di soluzioni alternative. Una situazione incredibile da tutti i punti di vista”.

Tra le esperienze raccolte da Oxfam anche quella di Beauty Isimhenmhen, mamma di 25 anni costretta a fuggire dalle persecuzioni in Nigeria mentre era incinta. “Non mi aspettavo di sopravvivere, né che la mia bambina si salvasse. Per questo l’ho chiamata Miracle, miracolo”. Beauty ricorda la tragedia del suo passaggio obbligato in Libia, durante cui ha perso il marito ed è rimasta sola. Arrivata in Italia al nono mese di gravidanza è riuscita a salvare sua figlia appena in tempo. Oggi sta imparando un lavoro, la lingua, ma famiglie come la sua hanno ancora la possibilità di essere accolte nei centri Sprar, solo perché hanno ottenuto il trasferimento dal Cas in cui si trovavano prima del 5 ottobre, data in cui è entrato in vigore il Decreto immigrazione e sicurezza.

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