L’Aula del Senato avvierà l’esame della manovra solo giovedì pomeriggio, e a patto che la commissione Bilancio abbia concluso l’esame del testo. L’assemblea è convocata giovedì, venerdì e anche sabato 22 dicembre, se necessario. Intanto però il Pd ha annunciato l’occupazione dell’aula di palazzo Madama per due ore per protestare contro il comportamento della maggioranza che ha ritardato la presentazione degli emendamenti alla legge di Bilancio in attesa di trovare la quadra con la Ue.

Tutte le opposizioni avevano chiesto che il premier Giuseppe Conte o il ministro dell’Economia Giovanni Tria riferissero sulla trattativa, ma il ministro Riccardo Fraccaro ha spiegato che interverranno “immediatamente per garantire la centralità del Parlamento e la possibilità di lavori ordinati una volta che la Commissione europea abbia comunicato la sua posizione nei confronti della proposta del governo italiano” sulla manovra. C’è “disponibilità massima del governo, del premier e di Tria a relazionarsi con il Parlamento”, ha ribadito, ricordando che domattina alle 9 si riunirà il collegio dei commissari “per formalizzare il parere”. Il vicepresidente di turno Ignazio La Russa ha annunciato che alle 19 si terrà una nuova riunione dei capigruppo che discuterà della possibilità di ascoltare domani pomeriggio in aula il presidente del Consiglio.

Esame in commissione iniziato con un giorno e mezzo di ritardo – L’esame del testo in commissione Bilancio era iniziato alle 13 con un giorno e mezzo di ritardo rispetto alla tabella di marcia iniziale. Un primo rinvio c’era stato lunedì, poi la seduta prevista martedì mattina alle 9.30 è stata posticipata alle ore 12 e infine cominciata intorno alle 13. Di qui la protesta delle opposizioni che, al termine di una lunga riunione dei capigruppo con il presidente Daniele Pesco, hanno chiesto l’intervento del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Facciamo tutti il tifo per il nostro Paese ma è indispensabile che il ministro venga a dirci a che punto è la trattativa”, ha spiegato il democratico Antonio Misiani. A rincarare la dose il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: “Chiediamo che il presidente Giuseppe Conte venga subito in Aula a spiegare le ragioni di questo intollerabile ritardo. Se ignorerà ancora una volta il Senato, siamo pronti a mettere in pratica la più estrema delle proteste: occuperemo l’Aula“.

I ritardi sono stati dovuti al fatto che il governo non aveva ancora i pareri sulle proposte di modifica parlamentare e nel frattempo continuava la trattativa con Bruxelles per scongiurare la procedura d’infrazione. La commissione ha aperto formalmente la seduta alle 12.50 ma è stata sospesa poco dopo: il presidente Pesco ha spiegato che alla ripresa, fissata prima alle 15 e poi per le 16.30, conta di avere una risposta alla richiesta delle opposizioni di avere spiegazioni direttamente dal ministro dell’Economia.  Nel frattempo è arrivato un pacchetto di 19 emendamenti del governo alla manovra. Le proposte di modifica vanno da una serie di proroghe all’accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pa. I relatori alla manovra, Paolo Tosato (Lega) e Gianmauro Dell’Olio (M5S), hanno invece depositato un altro pacchetto di 20 emendamenti.

Le proteste delle opposizioni – “È un appello che rivolgiamo anche agli altri gruppi di opposizione”, continua Marcucci riferendosi all’occupazione del Senato. Il capogruppo Pd sostiene sia stato “ampiamente superato il livello di guardia sulla legge di bilancio”. “L’incapacità di questa maggioranza – continua – ci ha trascinati in piena emergenza democratica“. “Tria, come è già accaduto in commissione Bilancio alla Camera una decina di giorni fa, potrebbe chiarire a che punto è la trattativa tra Roma e Bruxelles, i cui contorni continuano ad essere poco chiari”, aggiunge il senatore Misiani.

“Siamo arrivati al 18 dicembre e per la prima volta nella storia della Repubblica non abbiamo ancora il testo della legge di bilancio, né tantomeno notizie sulla trattativa con l’Europa dopo i correttivi seguiti alla minaccia di procedura d’infrazione”, dichiara Anna Maria Bernini, capogruppo dei senatori di Forza Italia. Che poi si unisce alla richiesta di Marcucci: “Conte, già autoproclamato avvocato difensore degli italiani, si presenti al più presto nell’Aula del senato per fare luce sul vergognoso, drammatico e costoso mistero della Manovra Perduta“.

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