Non ha risposto ai pm, ma ha spiegato ai pm che Autostrade si sta impegnando in un piano di “monitoraggi straordinari” della rete affidati a società terze. “Ho evidenziato nel dettaglio – ha spiegato Giovanni Castellucci, indagato per il crollo del ponte Morandi – attraverso una memoria depositata in Procura, che dopo la tragedia di Genova abbiamo promosso un’operazione straordinaria di monitoraggio delle infrastrutture della nostra rete realizzata dalle Direzioni di tronco, responsabili della sicurezza delle tratte di competenza. L’esito è assolutamente confortante“.

L’ad di Autostrade ha documentato in Procura anche gli interventi a supporto di chi è stato coinvolto nella tragedia. “Fino ad oggi – ha spiegato – abbiamo erogato contributi a circa 300 famiglie senza casa e a circa 500 commercianti e artigiani. Inoltre la società, senza attendere i tempi lunghi delle assicurazioni, ha assunto direttamente l’iniziativa per garantire il giusto risarcimento a circa 150 eredi delle vittime della tragedia”.

“Il progresso di progressiva riduzione di responsabilità che è iniziato prima dell’inizio di questa tragedia riprenderà rapidamente”, così Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, indagato insieme ad altre 20 persone per il crollo del Ponte Morandi, all’uscita del tribunale ha confermato le indiscrezioni trapelate circa un suo imminente passo indietro dalla guida della società, per rimanere ad della holding Atlantia, impegnata nella nuova avventura spagnola dopo l’acquisizione del gigante delle infrastrutture Abertis insieme al gruppo Acs-Hochtief.

Castellucci viene ascoltato in Procura dai pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno – titolari dell’inchiesta per omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti – ed è assistito dal suo legale di fiducia, l’ex ministro della Giustizia Paola Severino. Il manager ha scelto di rilasciare dichiarazioni spontanee, avvalendosi sul resto della facoltà di non rispondere.

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