Raffaele Cantone in persona l’ha appena ribadito: “Per prevenire la corruzione in sanità servono anticorpi al conflitto di interessi“. Segnali del virus che infetta il settore si rintracciano ovunque lungo lo Stivale, ma alcuni casi – per tenacia e resistenza – sopravvivono a ogni tentativo di cura. E’ il caso di una azienda sanitaria locale nel Lazio, dove un dirigente è stato rimosso dall’incarico per triplice conflitto d’interessi e rimesso allo stesso posto, dopo circa due anni, ancora con i conflitti in essere, come confermato perfino nella delibera d’incarico firmata dallo stesso dg che due anni prima l’aveva rimosso. Sembra uno scioglilingua o un gioco di parole, è una storia tipicamente italiana. Una sorta di gioco delle tre carte dove il vincitore, a quanto sembra, è sempre lo stesso.

I protagonisti sono il direttore generale della Asl Roma 4 (Civitavecchia) Giuseppe Quintavalle e il dirigente veterinario Dino Baiocco. Nonostante una moglie con un allevamento di bovini e uno di equini, un fratello titolare di una macelleria a due passi dalla Asl e un figlio veterinario libero professionista, tutte attività rientranti nel territorio di competenza della Asl Roma 4, ad aprile scorso il dg dell’azienda sanitaria Quintavalle ha nominato per la seconda volta Baiocco responsabile di un’unità operativa complessa (Uoc) in campo veterinario. La Asl ci tiene a precisare che:  “L’incarico in questione la prima volta è stato affidato a Baiocco in qualità di sostituto del direttore, in attesa che la Regione Lazio rilasciasse le autorizzazioni previste per l’indizione di avvisi pubblici per assegnare l’incarico medesimo. Successivamente – prosegue la nota stampa – nell’aprile 2018, all’esito dell’espletamento della procedura di selezione, indetta con avviso interno per il conferimento dell’incarico provvisorio delle aree della dirigenza, a Baiocco veniva conferito l’incarico provvisorio di responsabile della Uoc, avendo questi riportato un punteggio superiore rispetto agli altri candidati”.

Allevamenti, macellerie, veterinari. Una famiglia in conflitto
A prescindere dal punteggio, il ruolo conferito evidenzia un forte conflitto d’interesse tra i poteri pubblici e gli interessi privati dello stesso Baiocco, dirigente pubblico preposto prevalentemente alla vigilanza sanitaria degli allevamenti di bestiame, anche quindi al controllo degli allevamenti della moglie e dell’attività dei veterinari liberi professionisti, e quindi anche del figlio, e indirettamente anche quella del fratello. La Asl sottolinea che era a conoscenza solo degli allevamenti della moglie di Baiocco ma che “ha preso atto di quanto segnalato dal nostro giornale circa gli altri due profili di potenziale conflitto di interesse, in relazione ai quali l’amministrazione si riserva ogni ulteriore valutazione all’esito degli approfondimenti”. Nonostante ciò il dirigente veterinario è ancora al suo posto come se nulla fosse o meglio, è stato rimesso al suo posto. Dal 2009 al 2016 Baiocco è stato già il direttore sostituto dell’area “sanità animale”, maturando anche un punteggio utile per altri incarichi futuri, senza che l’amministrazione si accorgesse dell’incompatibilità del dirigente e ad aprile scorso, dopo essere stato rimosso nel 2016 proprio per incompatibilità, è stato nominato di nuovo responsabile della stessa area e, dopo l’accorpamento deciso dall’amministrazione, designato anche direttore sostituto dell’area “igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche”.

Nel 2016 la revoca dell’incarico per conflitto d’interesse
Oltre due anni fa lo stesso Quintavalle, a seguito di una richiesta d’informazioni della Regione Lazio “proprio in merito a possibili situazioni di conflitto di interessi” e a un parere dell’Anac, che sulla questione ha evidenziato più volte l’obbligatorietà dell’astensione del dipendente “in tutte quelle situazioni in grado di compromettere, anche solo potenzialmente, l’imparzialità richiesta al dipendente pubblico nell’esercizio del potere decisionale”, ha revocato l’incarico a Baiocco che per circa otto anni è stato responsabile Uoc area “sanità animale”; quindi ben più che un semplice dipendente ma un dirigente con poteri decisionali importanti.

Un provvedimento dovuto, visti gli interessi commerciali e professionali dei parenti di Baiocco. In seguito un funzionario Asl ha presentato un ricorso al Tar per irregolarità amministrative per l’espletamento del nuovo avviso pubblico interno per ricoprire il posto tolto a Baiocco. Il tribunale amministrativo ha imposto alla Asl il pagamento delle spese processuali del ricorrente e ha sentenziato che l’iter giudiziario dovrà proseguire presso il tribunale del lavoro. L’udienza per questo secondo troncone giudiziario si discuterà a ottobre prossimo.

Non potendo espletare l’avviso pubblico in questione, il dg ha affidato la gestione dell’attività della Uoc “area sanità animale e igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche” prima, non si sa bene a quale titolo, a un medico chirurgo che ovviamente ha rifiutato l’incarico, poi ad un dirigente veterinario, Fabrizio Santini, già responsabile dell’unità “sicurezza alimentare”; un campo completamente differente dall’area affidatagli. Per capirci l’Uoc che doveva dirigere si doveva occupare della sanità di animali vivi e igiene degli allevamenti, mentre lui ha sempre operato invece nella sicurezza alimentare di carni, prodotti ittici e via discorrendo, e non certo di bestiame vivo. La persona sbagliata nel posto sbagliato. Non è dello stesso parere la Asl che rassicura che “Santini risultava, all’epoca, l’unico dirigente veterinario titolare di struttura e la disciplina dal medesimo posseduta risultava equipollente alle discipline di riferimento dell’area in questione”.

Nel 2018 il dg riaffida l’incarico in conflitto 
Dopo circa due anni, ad aprile scorso, il dg, dopo la pubblicazione di un avviso interno inoltrato a tutti i dirigenti veterinari in servizio “presso il dipartimento di prevenzione della Asl Rm4” e le candidature presentate, ha scelto nuovamente come direttore della Uoc in questione Baiocco. Questo perché risultava “aver ottenuto un punteggio superiore rispetto a quanto riportato dagli altri candidati, in ragione soprattutto del punteggio assegnato sulla base degli incarichi dirigenziali svolti”, si legge nella delibera. Una motivazione che appare una beffa per gli altri candidati visto che l’incarico dirigenziale precedente svolto, dal 2009 al 2016, era quello in palese conflitto d’interesse, come sottolineato dallo stesso dg nella delibera di revoca di due anni fa. Conflitto d’interesse sottolineato dal direttore del personale della Asl anche nella delibera che riaffida l’incarico, revocato in precedenza, di responsabile Uoc “area sanità animale”, potenziandolo della nuova funzione di responsabile anche dell’area “igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche”.

Nella delibera si sottolinea che “Baiocco ha dichiarato, all’atto dell’istanza di partecipazione all’avviso interno, l’esistenza di conflitti di interesse nell’espletamento della propria attività di veterinario nei confronti di una impresa la cui titolare risulta essere la coniuge”, dimenticandosi il figlio veterinario e il fratello titolare della macelleria. Nella delibera di nomina poi, si riportano anche le osservazioni dell’Anac che avevano spinto due anni prima Quintavalle a rimuovere Baiocco dall’incarico ma qualche riga più sotto, come se nulla fosse, lo stesso Quintavalle conferisce l’incarico di direttore titolare della Uoc in questione, “per sei mesi rinnovabile” (attualmente è ancora direttore ndr), proprio allo stesso Baiocco. La Asl sottolinea che a maggio scorso la questione inerente il conflitto d’interesse di Baiocco è stata “ulteriormente sottoposta all’Anac – rassicurano – mediante richiesta di parere specifico sulla vicenda ma, ad oggi, ancora non è stata ottenuta una risposta dall’Autorità anticorruzione”. L’azienda sanitaria inoltre evidenzia che l’incarico c è stato “espressamente condizionato alla valutazione delle procedure operative e di controllo sugli allevamenti codificate dall’ufficio veterinario. Questo affinché, sotto il profilo gestionale, l’adozione di ogni atto o iniziativa dell’ufficio che avesse interessato il coniuge avvenisse a firma di altro dirigente”. Problema risolto a quanto pare, è solo una questione di forma, anzi, di firma.

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