Un oggetto extragalattico, una specie di sigaro interstellare, ha recentemente fatto la sua comparsa nell’ambito del nostro sistema solare e, rapido come è venuto se ne è allontanato, lasciando dietro di se molti dubbi e le ardite ipotesi d’un gruppo di scienziati in servizio presso un osservatorio alle Hawaii, che hanno interpretato questo oggetto come un possibile messaggero, “Oumuamua” appunto nella lingua isolana, ovvero un artefatto tecnologico di una qualche civiltà esterna al nostro sistema solare.

Malgrado la sua continua attualità, la questione della possibile esistenza di civiltà extraterrestri, è uno dei settori della ricerca che sembra non fare progressi. Anche con i più moderni radiotelescopi le probabilità di riuscire a ricevere un segnale intelligente sembrano assai remote. Ma, anche ammesso di riuscire in questa fatidica opera di ricevere un segnale intelligente, siamo poi certi che riusciremmo a capire che si tratta effettivamente di una emissione non naturale, insomma di un costrutto che noi umani terrestri interpreteremmo come un messaggio d’un qualche tipo? Per intenderci, sarebbe un po’ come se oggi una tribù sperduta nella giungla, il cui unico sistema di comunicazione a distanza consiste nei tamburi, andasse alla ricerca di altre ipotetiche tribù che, si vocifera, esisterebbero al di fuori della giungla, pur essendo inondati dal gran numero di segnali radio che vengono attualmente usati dall’umanità. Naturalmente, non essendo tale società tribale in possesso delle conoscenze teoriche e delle tecnologie necessarie per ricevere e decodificare tali segnali, ne concluderebbero che al di là della loro giungla non esistono altre tribù. Molto verosimilmente noi potremmo trovarci nella situazione di questa tribù nei confronti di altre “tribù” galattiche.

Come se questo non bastasse, potrebbe essere vero anche il caso opposto. Per menzionare un caso concreto, tra pochi giorni invieremo un nuovo messaggio da Arecibo, dopo 40 anni esatti dal primo. Una civiltà più avanzata potrebbe benissimo ignorarlo come se oggi noi, per fare un esempio calzante, provassimo a ricevere con un moderno ricevitore un messaggio radiotelegrafico in codice Morse emesso per di più da un trasmettitore a scintilla. La tecnica di trasmissione, superata da oltre un secolo, e la modalità di codifica anch’essa ampiamente obsoleta non ci consentirebbero di interpretare come messaggio ciò che è stato ricevuto.

Intanto l’ex direttore del progetto del Pentagono per la ricerca sugli Uap (Fenomeno aereo non identificato), l’Aatip (Advanced aerospace threat identification program, cioè Progetto per la identificazione delle minacce aerospaziali avanzate), ha affermato che non sussiste dubbio alcuno che nei cieli, sulla superficie e nelle acque del pianeta operino oggetti le cui prestazioni superano ampiamente quelle consentire dalle nostre attuali capacità tecnologiche, in grado di compiere azioni/evoluzioni per noi impossibili. La To the stars academy of arts & science (in breve Ttsa) una public interest company statunitense di recente costituzione composta prevalentemente da personale proveniente da ambienti governativi Usa (Intelligence, ricerca scientifica, amministrazione, ecc.), che si propone di portare la ricerca sul fenomeno Ufo/Uap alla luce del sole, è riuscita a ottenere fra le altre cose la declassificazione da parte del Pentagono di alcuni filmati militari ripresi da aerei da combattimento della marina degli Usa e soggetto di indagine nel corso del citato programma Aatip.

L’ex direttore del progetto e oggi membro della Ttsa, Luis Elizondo, che ha recentemente partecipato al 7° Convegno ufologico internazionale “Città di Roma” organizzato lo scorso ottobre dal Cun nella capitale, ha affermato che “Il nostro programma (Aatip) aveva due obiettivi: capire cosa fossero e come funzionassero. Alla luce dell’esperienza accumulata in quegli anni, non posso dirvi cosa questi oggetti sono, ma posso dirvi con sicurezza cosa non sono: non sono terrestri, dato che non appartengono all’inventario di nessuna potenza terrestre”. Nel corso del Convegno è stato, fra le altre cose, mostrato uno di questi documenti video. L’oggetto catturato sul display Flir di un caccia F18/A sfida le leggi della nostra fisica conosciuta, effettuando una manovra diversiva con un’accelerazione pari a 200 G; ad oggi gli aeromobili terrestri (conosciuti) da combattimento più avanzati possono arrivare a un massimo di 9 G, spingendosi oltre subentrerebbero danni fisici letali al pilota e superando i 20 G si arriverebbe alla distruzione strutturale dell’aeromobile.

La città di Roma ha quindi costituito il palcoscenico d’elezione, grazie alla partecipazione dell’ex direttore del progetto Aatip del Pentagono, Luis Elizondo al Convegno organizzato dal Cun, per la diffusione di una comunicazione di portata storica, effettuata per di più in una sala conferenze di “Santa Romana Chiesa”: senza andare a cercare nelle profondità dell’universo, una tecnologia esotica non terrestre è presente qui oggi sul nostro pianeta. Bisogna accettare tale evidenza e rendere accessibili e fruibili a tutti i dati raccolti e registrati, che al momento si trovano su archivi/banche dati di enti governativi, militari, associazioni di ricerca e privati. Non è un caso che l’uso del nuovo acronimo Uap – più presentabile in certi ambiti rispetto al vecchio Ufo, ormai relegato ai contesti storici e storiografici – stia facendo sempre di più la sua comparsa in settori tradizionalmente scettici e su riviste divulgative, che incominciano a considerare tale ipotesi come possibile e accettabile, in particolar modo grazie alla presenza di evidenze non confutabili in quanto presentate sulla base di rilevamenti effettuati da avanzatissime strumentazioni militari e quindi di fonte governativa.

Forse i lettori ricorderanno quanto affermato dal presidente Usa Truman nel 1952 dopo il sorvolo su Washington di oggetti sconosciuti segnalati anche dai radar, a cui seguì un inutile tentativo d’intercettazione da parte dei caccia della difesa aerea: “Posso assicurarvi che i dischi volanti, nell’ipotesi che esistano, non sono costruiti da nessuna potenza della Terra”. Proprio come riaffermato, oltre mezzo scolo dopo, a Roma da Luis Elizondo. E mentre stanno continuando le attività della Ttsa, la Cina e la Russia, si stanno muovendo a livello governativo portando il confronto a un livello geopolitico inedito. Sembrerebbe essere tornato d’attualità il famoso discorso del presidente Reagan ai tempi del confronto-scontro con il presidente Gorbaciov, quando affermò nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni unite il 21 settembre 1987: “La nostra ossessione per l’antagonismo del momento, ci fa dimenticare spesso quanto uniti devono essere tutti i membri dell’umanità. Forse abbiamo bisogno di una lezione, proveniente dall’esterno, dall’universo, che ci faccia riconoscere questo bene comune. Occasionalmente penso a come le nostre differenze planetarie potrebbero facilmente dissolversi se dovessimo affrontare una battaglia con una forza aliena esterna a questo pianeta. E ancora mi chiedo: non esiste già una minaccia aliena sopra di noi?” Bene, secondo l’Aatip prima e ora la Ttsa, esiste la presenza di “tecnologia di origine non terrestre sul nostro pianeta”. E, aggiungiamo noi, per ora almeno non una minaccia, ma solo delle manifestazioni di fenomeni Uap.

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