“Sarebbe molto triste se le banche italiane venissero colpite dalle conseguenze del dibattito politico. Ma sono cose che succedono: i problemi delle banche greche sono iniziati con discussioni politiche”. La premessa di Danièle Nouy, la numero uscente della Vigilanza della Bce, era parsa rassicurante: “Per il momento l’allargamento dello spread non ha contagiato altri Paesi e non credo che abbia raggiunto un livello che rappresenti fonte di preoccupazione per le banche”, aveva spiegato davanti alla commissione Affari economici del Parlamento europeo a Bruxelles. Subito dopo, però, l’avvertimento: “Non sappiamo cosa porta il futuro e quindi posso solo dire teniamo le dita incrociate affinché le banche italiane vadano verso bilanci sempre migliori, seguendo i buoni risultati che hanno già avuto negli stress test“. Un siluro che arriva alla vigilia della bocciatura della manovra del governo gialloverde da parte della Commissione europea e a mercati già estremamente nervosi.

Il rendimento del titolo di Stato decennale italiano è infatti salito al 3,7 per cento e lo spread tra Btp e Bund ha sfondato la soglia dei 330 punti base, toccando quota 335, prima di ripiegare e chiudere a 326 punti. La tensione sul debito italiano si è fatta sentire pesantemente anche sull’andamento delle sottoscrizioni del Btp Italia nel secondo giorno di collocamento: dopo i 481 milioni raccolti al debutto (il risultato peggiore dal 2012), gli acquisti si sono fermati ad appena 241,3 milioni di euro.

In una giornata di listini in rosso sia nel Vecchio Continente sia negli Stati Uniti, anche Piazza Affari ha chiuso male, a -1,87%, con il Ftse Mib ai minimi da dicembre 2016. A pesare sul listino milanese è stato appunto il calo delle banche con Banco Bpm che ha perso più del 5% e Banca Mediolanum a -4,27%. Maglia nera per Saipem, che ha perso il 6,9%. Di qui l’allarme della Nouy, che ha aggiunto: “C’è un’evidente sensibilità del mercato sui target di bilancio del governo italiano, e le reazioni delle agenzie di rating che hanno innescato lo spread che ha fatto soffrire in particolare le azioni delle banche”. “Sono lieta – ha aggiunto – che le banche italiane abbiano lavorato duramente, perché è davvero utile in questo momento. Non abbiamo visto finora conseguenze negative da questa situazione, né effetti contagio su altri Paesi. Spero che continui così, perché sarebbe molto triste vedere i buoni risultati ottenuti svanire. Spero che non succeda e tengo le dita incrociate perché non accada”.

Dal canto suo il successore designato della Nouy, l’italiano Andrea Enria, ha commentato dicendo che “l’aumento degli spread ha un impatto sul settore bancario non solo sul capitale ma anche sui costi di finanziamento“. Enria ha spiegato che “come autorità di vigilanza dovremo concentrarci sui piani di finanziamento delle banche per garantire che siano solidi anche in caso di scenari avversi a livello del debito sovrano“.

Lunedì dopo la riunione dell’Eurogruppo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha ribadito che la legge di Bilancio italiana non cambierà. “Nel penultimo Eurogruppo – ha commentato martedì Mario Centeno, presidente del consesso dei ministri dell’Economia dell’Eurozona – ci siamo concentrati sull’Italia perché la Commissione ha chiesto una manovra aggiornata. L’aggiornamento non migliora la situazione in termini di costi del finanziamento del debito, lo vediamo sui mercati oggi giorno, il che significa che non ha dissolto le preoccupazioni sulla strategia di bilancio dell’Italia”.

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