Il sistema di navigazione satellitare Galileo funziona meglio del GPS statunitense, tutti devono poterne beneficiare. È per questo che, oltreoceano, la Federal Communications Commission (FCC, Commissione federale delle comunicazioni degli Stati Uniti) ha acconsentito che i dispositivi dei consumatori statunitensi si possano collegare a Galileo.

Dopo 17 anni di lavoro e un investimento di 10 miliardi di euro, l’Europa è riuscita nell’impresa di attivare il suo sistema di navigazione satellitare, alternativo al GPS statunitense e al GLONASS russo. Le nuove tecnologie ci hanno permesso di ottenere una precisione migliore rispetto al GPS. Si parla di navigatori satellitari con una precisione di centimetri, contro quella in metri dei GPS.

Da noi il sistema di posizionamento satellitare Galileo è attivo da fine 2016, e i navigatori che sono arrivati in commercio dopo quella data lo supportano. Non abbiamo bisogno di decidere se usare GPS o Galileo, le applicazioni fanno tutto da sole, usando il segnale migliore fra quelli a disposizione. Negli Stati Uniti l’orgoglio patriottico ha forse un po’ ritardato l’accoglienza di Galileo.

Più che altro, per arrivare alla decisione della FCC c’è voluta un’espressa richiesta della Commissione europea.  Negli USA, infatti, le norme FCC vietavano ai dispositivi non federali di accedere a segnali trasmessi dai satelliti non GPS. Un peccato, perché anche se a progettare e realizzare Galileo è stata l’Europa, questo sistema di posizionamento è globale, e funziona benissimo.

Fortunatamente la FCC ha riveduto e corretto la normativa, e presto i dispositivi consumer compatibili saranno in grado di affiancare al sistema di posizionamento globale (GPS) anche quello Galileo. Nel comunicare la decisione, il presidente della FCC Ajit Pai ha sottolineato che “questa svolta è di interesse pubblico in molte aree della nostra economia, comprese le industrie automobilistiche, aeronautiche, ferroviarie, marittime e agricole”. Non solo, Pai ammette che Galileo “produrrà anche benefici per la sicurezza, riducendo i rischi di incidenti e disastri, accorciando i tempi di risposta alle emergenze. E con la nostra decisione, speriamo che sia più facile per i cittadini arrivare a destinazione”.

Incorniciamo queste dichiarazioni, e rispolveriamole ogni volta che saremo tentati di piangerci addosso. Per una volta siamo noi ad essere invidiati, e dobbiamo esserne orgogliosi.

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