Dopo le proteste dei giorni scorsi in Puglia e in Piemonte, duecento lavoratori di slot e bingo sono scesi in piazza questa mattina, venerdì 16 novembre, a Bologna per protestare contro la legge regionale contro l’azzardo. Approvata nel 2013, poi modificata nel 2018 la norma fissa il divieto di presenza di sale da gioco entro 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali e palestre “che provocherà la chiusura delle imprese” dicono i sindacati “e favoriranno il gioco illegale, perché con la chiusura delle sale specializzate chi vorrà potrà spendersi lo stipendio nel gioco, illegale, online”. Ogni anno il settore del gioco d’azzardo (legale) muove in Italia 100 miliardi euro (di cui solo il 10% finisce nelle casse dello Stato) e  impiega circa 150mila lavoratori in tutta Italia, 5mila in Emilia Romagna.

Mentre bingo e sale da gioco dell’Emilia Romagna ricevono, in questi giorni, le prime ingiunzioni di trasloco (obbligo “rimandato” invece per bar e tabaccherie con slot machine al loro interno: potranno restare al loro posto  fino al 2022 perché la delibera regionale tiene conto della scadenza delle concessioni fissate dai monopoli di Stato), i sindacati hanno chiesto un incontro al Mise affinché si arrivi a una legge nazionale che regolamenti il settore. Nell’attesa, il 19 novembre i rappresentanti dei lavoratori saranno ricevuti in Regione

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