“Il governo Conte stima la crescita per il 2019 all’1,5% come effetto della manovra, ma riteniamo questa stima troppo ambiziosa. Con il rischio di rendere non sostenibili gli obiettivi del contratto”. Così, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Il giudizio di Boccia sulla manovra è negativo: “Raggiungere il livello di crescita reale indicato dal governo, richiederebbe un tasso di espansione del PIL, per ciascuno dei quattro trimestri, pari a quello raggiunto dall’Italia soltanto due volte negli ultimi 28 trimestri, nel quarto del 2016 e nel primo del 2017, quando però il contesto era molto diverso”.
Ma non solo. Per Boccia “la flat tax per le partite Iva, che è l’estensione di un regime ideato in origine per soggetti con volumi d’affari minimi, non appare certo risolutiva per la riduzione del cuneo”. E, piuttosto, “potrebbe aumentare la disparità di trattamento tra contribuenti e disincentivare, in futuro, il lavoro stabile”. Così come è tornato a esprimere i suoi dubbi sul reddito di cittadinanza: Confindustria ha spiegato di essere contraria a “derive assistenzialistiche, che negano la dignità del lavoro, e a interventi estemporanei che rischiano di minare la sostenibilità del bilancio pubblico, scaricando sulle generazioni future il peso delle scelte di oggi”
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