Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato e direttore generale di Anas, si è dimesso. “L’Amministratore delegato di Anas Gianni Vittorio Armani ha comunicato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli ed al gruppo Fs Italiane le proprie dimissioni, in considerazione del mutato orientamento del Governo sull’integrazione di Fs Italiane e Anas”, si legge in una nota diffusa dall’azienda. Il gruppo Fs Italiane “ha ringraziato l’Amministratore delegato Armani per il lavoro svolto in questi anni nel ristrutturare l’azienda”, si legge ancora. Il Consiglio di Amministrazione, invece, resta in carica.

Il trasferimento della partecipazione Anas dal ministero dell’Economia al gruppo Fs era stato uno degli ultimi provvedimenti presi dal governo Gentiloni. L’iter si era perfezionato il 18 gennaio con la firma al Mef. Era nato così un colosso da 11,2 miliardi di fatturato, il primo polo integrato di ferrovie e strade in Europa. Il 18 luglio Toninelli aveva avanzato i primi dubbi: “”Stiamo valutando” il progetto e “se non dovessero esserci vantaggi” a proseguire non ci sarà “nessun problema” ad interromperlo e tornare indietro. Il 25 luglio arrivava l’ufficialità: “Ci
manca ancora qualche dato scientifico, qualche studio dai tecnici, ma non c’è alcun motivo per tenerle insieme”, affermava il titolare delle Infrastrutture.

Che a settembre rendeva note le tempistiche dell’operazione di separazione: “Anas e Fs non saranno un’unica società perché si tratta di due soggetti giuridici diversi e disomogenei. Lo faremo nelle prossime settimane, sicuramente entro l’anno“, ribadiva il ministro il giorno 12 rispondendo in audizione alla commissione Trasporti della Camera. “Fino ad oggi la fusione sembra essere stata dettata da motivi finanziari e di tornaconto personale per tutti quei manager che si sono visti moltiplicare lo stipendio“, aveva aggiunto.

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