Gli scarsi risultati di Cdu alle elezioni in Assia, già previsti dai sondaggi della vigilia, hanno dato una spallata ad Angela Merkel. La Große Koalition al momento è ancora integra e a pagare le sconfitte elettorali è solo la cancelliera, che oggi ha annunciato di non voler correre per la presidenza del partito al prossimo congresso Cdu del 7-8 dicembre ad Amburgo. Nonostante questo, la kanzlerin, ha dichiarato di voler rimanere alla guida del governo fino al 2021, anche se ormai nella coalizione di governo qualcosa sembra essersi rotto e il rischio di una fine anticipata dell’esecutivo è da considerarsi verosimile. Ma il passo indietro di Merkel, oltre a creare caos a Berlino, ha aperto la corsa per la successione e, oltre alla delfina Annegrette Kramp Karrenbauer, ad Amburgo si presenteranno sicuramente Jens Spahn, attuale ministro della salute, Friedrich Merz, storico sfidante di Merkel, e molto probabilmente Daniel Günther e Armin Laschet. Mentre Wolfgang Schäuble sembra designato per una soluzione transitoria.

Annegrette Kramp Karrenbauer, la delfina – I tedeschi amano gli acronimi e, l’attuale segretaria del partito, chiamata da tutti AKK, è molto popolare in Germania. Di orientamento moderato, è stata scelta da Merkel per la sua successione. Del resto sta seguendo la strada della kanzlerin, che prima diventò segretaria Cdu sotto Helmut Kohl, per poi prenderne le redini dal 2000 ad oggi. Primo ministro del piccolo stato del Saarland, AKK, guidò il partito alla vittoria proprio mentre Spd grazie a Martin Schulz volava nei sondaggi, infliggendo un grave colpo ai socialdemocratici. La segretaria è proprio come Angela Merkel, forte, donna, popolare. 55 anni, madre di tre figli, è considerata una combattente e rappresenta l’ala più innovatrice del partito. Ultracattolica un po’ più a destra della Merkel sulle unioni gay e sui rifugiati senza diritto di asilo è la designata alla successione. Quello che c’è da chiedersi è se il desiderio di chiudere con il merkelismo possa sfavorire AKK a favore di un candidato che possa riprendersi i voti sottratti da Afd.

Jens Spahn, l’anti-Merkel – Per avere un’idea di chi sia Jens Spahn, attuale ministro della difesa nel governo Merkel, basterebbe ricordare le affermazioni molto discusse su Hartz IV e i poveri in Germania. Il trentasettenne dalle grandi ambizioni non ha mai fatto segreto della sua ostilità alla Große Koalition ed è un sostenitore della linea dura in Europa. Contrario all’istituzione di un Ministro delle finanze europeo e sostenitore della politica del pareggio di bilancio, a favore della difesa delle frontiere, la riduzione dell’indebitamento degli stati membri Ue e per il ruolo di guida Ue da parte della Germania. È considerato l’ala più a destra del partito e si è distinto per le proposta di vietare il burqa e di regolamentare l’Islam. Un piccolo prodigio della politica entrato già a 22 anni nel Bundestag, gay e cattolico, è stimato da Schäuble ed è stato molto critico nei confronti di Angela Merkel durante la crisi dei rifugiati nel 2015. Insieme a Julia Klöckner e Carsten Linnemann forma il trio contro Merkel. È l’alternativa alla cancelliera per coloro stanchi del merkelismo.

Daniel Günther – Governatore del Land Schleswig-Holstein a capo di una coalizione tra Cdu/Csu, Verdi e Fdp, è considerato un fedelissimo di Angela Merkel. Nell’ala sinistra del partito, è favorevole al matrimonio per tutti e all’accoglienza dei migranti, su cui ha difeso strenuamente la cancelliera. È uno storico nemico del ministro dell’interno Csu Horst Seehofer, che ha criticato per le posizioni contro l’Islam e sull’idea di respingere i migranti alla frontiera bavarese. Grazie alle sue esternazioni si è guadagnato l’appellativo di “Compagno Günther”. Anche per lui la vicinanza a Merkel potrebbe essere un punto a sfavore come per Kramp-Karrenbauer.

Friedrich Merz, “outsider” – Si può definire un outsider semplicemente perché a lungo è stato lontano dalla politica, lontananza causata dalla sua avversione a Merkel. Non appena la cancelliera ha annunciato il suo desiderio di non candidarsi, come in una resa dei conti Merz si è fatto avanti. È un manager molto quotato ed è stato presidente del gruppo Cdu al Bundestag dal 1998 al 2000 e dal 2002 al 2004. Lobbista nel campo metallurgico, oltre ad aver lavorato per il fondo BlackRock, è membro fondatore del “Initiative Neue Soziale Marktwirtschaft” che si occupa della diffusione di una nuova economia sociale di mercato. Di orientamento neoliberal e sostenitore del progetto europeo, tre parole lo contraddistinguono: ordine, sicurezza e lealtà alla costituzione. Il 62enne è visto come colui che potrebbe riportare gli elettori che si sono spostati verso AfD in casa Cdu e, grazie a questo, potrebbe guadagnare molti consensi all’interno del partito.

Armin Laschet – Anche Laschet come Günther è un oppositore di Horst Seehofer e si posiziona nell’ala progressista del partito, tanto da proporre una Cdu bavarese in alternanza a Csu. Governatore della Nord Reno Westfalia, è riuscito a battere Spd nel suo feudo elettorale grazie ad un discorso basato sulla sicurezza interna e sulla tolleranza zero. Nonostante sia gradito anche a sinistra, potrebbe pagare la sua vicinanza alla cancelliera. Angela Merkel, da mantide religiosa che portava alla distruzione gli alleati, potrebbe essere l’amico da non avere in casa al prossimo congresso.

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