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Caroline Wozniacki, la tennista danese rivela: “Ho l’artrite reumatoide. All’inizio è stato uno choc, ma starò meglio”

La numero due al mondo ha spiegato in conferenza stampa di aver sentito i primi segni di affaticamento dopo Wimbledon: "Un giorno ti senti l'atleta più forte di tutte, e il giorno dopo devi convivere con questo problema. Non è la situazione ideale per nessuno, ma alla fine si trova un modo"
Caroline Wozniacki, la tennista danese rivela: “Ho l’artrite reumatoide. All’inizio è stato uno choc, ma starò meglio”
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Caroline Wozniacki, la 28enne tennista danese numero due al mondo, soffre di una forma di artrite reumatoide diagnosticatale prima degli Us Open. Lo ha rivelato lei stessa dopo la fine della stagione, conclusa con una sconfitta contro l’ucraina Elina Svitolina alle Wta Finals di Singapore. “All’inizio è stato uno choc — ha detto in conferenza stampa — Un giorno ti senti l’atleta più forte di tutte, o almeno è ciò che sono nella mia testa, ed è quello per cui sono famosa, e il giorno dopo ti trovi a dover convivere con questo problema. E dunque devi solo essere positiva e affrontarlo, e ci sono comunque modi in cui puoi stare meglio”.

La Wozniacki ha spiegato di aver sentito i primi segni di affaticamento dopo Wimbledon, e di essersi svegliata una mattina a Montreal incapace di sollevare le braccia, dovendo ritirarsi poi dal match d’esordio a Cincinnati. Ha aggiunto di aver assunto farmaci e seguito terapie, rimanendo fiduciosa che la malattia non avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua carriera. “Ovviamente non è la situazione ideale per nessuno, soprattutto per un’atleta professionista, ma alla fine si trova un modo. Per fortuna ora ci sono rimedi ottimi”, ha aggiunto.

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che causa gonfiore alle articolazioni e affaticamento, la stessa che nel 2016 portò alla morte l’attrice di teatro Anna Marchesini. Provoca deformazioni e dolore, e può causare la perdita completa della funzionalità articolare. Secondo uno studio del 2006, la malattia riduce la vita di chi ne è colpito dai 3 ai 12 anni.

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