Per mesi ha tenuto in scacco le forze dell’ordine, armato di una bicicletta e di un piede di porco. Sceglieva un negozio, verificando in precedenza che non avesse sistemi di sorveglianza video. Si avvicinava di notte. Un colpo al vetro ben assestato. E quando si era aperta una via per accedere all’interno, arraffava le prime cose che trovava, puntando innanzitutto al fondo cassa. Una quarantina di colpi, tutti con la stessa modalità, da agosto ad oggi, sono un bilancio di tutto rispetto. Alla fine potrebbe essere proprio lui, Amor Ben Lazhar Torch, un tunisino 40enne, il ladro seriale che ha tenuto in scacco Padova per tutta l’estate, fino a convincere il ministro Matteo Salvini ad annunciare che avrebbe rinforzato la dotazione di Polizia e Carabinieri della città per mettere fine a un incubo collettivo e alla rivolta dei commercianti.

Gli agenti della Squadra Mobile che lo hanno fermato gli hanno trovato in casa un po’ di tutto, ma soprattutto capi di vestiario. A lui sono arrivati grazie alle immagini registrate durante due colpi. Il primo è avvenuto il 2 ottobre al bar Carlotta (15 euro e alcune bottiglie di vino), il secondo il 6 ottobre nel negozio di abbigliamento “E Fashion”. Per il momento deve rispondere di questi due soli episodi, per i quali l’identificazione sarebbe certa, ma ora le forze dell’ordine vogliono capire se sia lui l’uomo che ha messo a segno i quasi 40 colpi di questa estate.

Le fattezze del volto, che non era mascherato, avevano portato alla scheda segnaletica di quell’uomo, da cui risultava che nel 2014 era stato arrestato proprio per due “spaccate” ai danni di altrettanti negozi in centro a Padova (bottino di 12 mila euro). Era finito in carcere, dove aveva scontato tre anni di reclusione per furto e ricettazione. Era stato quindi portato nel Centro di permanenza di Torino per essere rimpatriato. Ma l’identificazione con le autorità tunisine non era andata a buon fine e quindi era rimasto in Italia da irregolare.

Dopo di allora era tornato a Padova, dove in passato era stato sposato con un’italiana. Senza un lavoro, ha evidentemente ripreso a fare le “spaccate”. Quest’estate i colpi si sono succeduti quasi ogni notte, con danni per migliaia di euro a fronte di un bottino di poche centinaia. Adesso la Questura posterà sul proprio sito le fotografie della refurtiva, per consentire ai commercianti di verificare se vi sia mercanzia proveniente dai loro negozi. “Nessuno può dire che la Polizia sia rimasta a guardare”, ha dichiarato il questore, Paolo Fassari, durante una conferenza stampa con in bella mostra su un tavolo la merce recuperata. Particolare attenzione viene data alla bicicletta marca Esperia, per provare l’attribuzione al tunisino anche degli altri colpi. Si indaga anche per capire se avesse dei complici.

Il totalizzatore ha registrato 37 “spaccate” dall’inizio di agosto, ma quasi 150 dall’inizio dell’anno (ovviamente non tutte attribuibili al tunisino). A tenere il conto è stato l’osservatorio di Confesercenti. In totale, nei primi sei mesi del 2018, su scala provinciale, le rapine, i furti e le “spaccate” a danni di bar e negozi, erano stati 367. Poi l’impennata concentrata in centro storico.

Il sindaco Sergio Gordani, di centro sinistra, qualche giorno fa aveva parlato di “una città sotto attacco”. E aveva commentato: “Giunti a questo punto non possiamo escludere nessuna pista…”. E aveva annunciato lo stanziamento di 200 mila euro per aiutare i commercianti a dotarsi di sistemi di videosorveglianza. E in consiglio comunale era stato attaccato dalla capogruppo di Forza Italia, Eleonora Mosco: “Caro sindaco, Padova è purtroppo alla ribalta nazionale per essere in fondo alla classifica della qualità della vita. È diventata, addirittura, la capitale italiana delle ‘spaccate’. Rimetta la delega alla sicurezza”. Il che ha evocato le campagne per la sicurezza del predecessore di Giordani, il leghista Massimo Bitonci, oggi sottosegretario. Facile la replica del sindaco: “Io non mi sognerei mai di accusare l’opposizione di essere la mandante di questa escalation criminale. Certo che qualcosa di strano c’è e vogliamo risolvere una volta per tutte questa situazione”. Adesso ci ha pensato la Polizia, fermando il tunisino Torch. Ma non è detto che le “spaccate” siano destinate a cessare del tutto.

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