I nostri computer sono insaziabili, hanno fame di potenza di calcolo, e i grandi produttori di microchip combattono da sempre per primeggiare. Oggi il colosso dei microchip Intel ha presentato i nuovi Core di nona generazione, microprocessori per PC fissi che si rivolgono a chi desidera assemblarsi da solo un computer per giocare o lavorare, ma anche a tutti i produttori di PC già assemblati che sono pronti a rinnovare la propria offerta.

Fiore all’occhiello di questa nuova famiglia di CPU (Central Processing Unit) è il modello Core i9-9900K, che porta a otto il numero di unità di elaborazione integrate nel processore. Per questo si parla di “processore a 8 core“. Più core significa maggiore potenza di calcolo per gestire più operazioni in contemporanea o concluderne una in meno tempo.

Nel concreto i vostri videogiochi e software saranno più veloci, consentendovi di avere un’esperienza migliore, più reattiva e se lavorate di fare molto di più in meno tempo – il tempo è denaro, si sa. Il nuovo processore è importante anche in ottica “streaming”, perché permette ai giocatori di avere un’ottima esperienza di gioco e parallelamente di mostrarla agli altri sulle piattaforme più famose come Twitch e YouTube.

Il 9900K è anche il primo processore Intel di fascia “mainstream”, cioè dedicato alla maggior parte del pubblico, ad adottare il marchio Core i9, finora riservato al mercato delle workstation e ai notebook da gioco.

Con questa novità Intel pareggia i conti con AMD. L’azienda rivale offre da due anni soluzioni fino a 8 core con i microprocessori Ryzen, mentre Intel l’ha dovuta inseguire, passando da 4 a 8 core nel giro di due anni. Il nuovo Core i9-9900K è accompagnato da altri due modelli, il Core i7-9700K (anch’esso con 8 core) e il Core i5-9600K con 6 core. I prezzi sono rispettivamente di 488 dollari, 374 dollari e 262 dollari (tasse escluse, negli Stati Uniti).

Le nuove CPU di Intel si possono installare sulle schede madre (motherboard) con chipset Z370 (previo aggiornamento del firmware della scheda), ma anche sulle nuove soluzioni Z390 presentate da tutti i principali produttori (Asus, MSI, Gigabyte, ecc.) in queste settimane.

Le nuove schede madre Z390 si configurano come un semplice aggiornamento delle Z370, con connettività Wi-Fi 802.11ac e Bluetooth 5.0 integrata e il supporto fino a sei USB 3.1 Gen 2 (10 Gbps), assenti sullo Z370.

Intel ha inoltre pensato ai professionisti, introducendo una nuova schiera di microprocessori dedicati alle workstation e alle persone che lavorano con programmi molto pesanti come il rendering 3D, il montaggio audio/video e operazioni scientifiche.

Questa serie di CPU non funziona sulle piattaforme Z370 o Z390, bensì sulle piattaforme con chipset X299, pensate specificatamente per supportare processori con molti core, fino a 18.

Il modello di punta Core i9-9980XE ha 18 core, ed è seguito dal Core i9-9960X (16 core), dal Core i9-9940X (14 core), dal Core i9-9920X (12 core), dal Core i9-9900X (10 core), dal Core i9-9820X (sempre 10 Core) e dal Core i7-9800X (8 core).

Queste proposte costano svariate centinaia di euro per arrivare ai circa 2000 dollari del 9980XE e consumano molta energia, motivo per cui non sono consigliabili ai videogiocatori, che sono serviti meglio dalle proposte citate prima.

Le nuove CPU per workstation di Intel si scontrano con le proposte Ryzen Threadripper di AMD, che offrono fino a 32 core e costano in genere meno. Intel ha inoltre fatto sapere di avere in cantiere un processore Xeon con 28 core.

Non fatevi ingannare dal semplice numero di core: non è l’unica variabile nel definire le prestazioni di una CPU (frequenza e architettura sono importanti), quindi bisognerà attendere i test indipendenti per stabilire chi garantisce l’offerta migliore.

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