Un corteo con centinaia di persone ha attraversato le vie di Genova per chiedere di “liberare la Valpolcevera” e riaprire le strade della città ancora spaccata in due. E’ la prima manifestazione dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto scorso e in piazza sono scesi i commercianti insieme a un gruppo di sfollati. Hanno chiesto interventi per far ripartire la vita nei quartieri più vicini alla zona rossa e hanno denunciato di aver registrato un calo degli incassi del 50 per cento. I circa mille e 200 manifestanti, dopo essersi radunati in piazza Caricamento, hanno raggiunto il Porto Antico con tappe davanti alla Regione e alla prefettura. Nel primo pomeriggio hanno incontrato il ministro Danilo Toninelli e gli hanno lanciato un appello: “Non raccontateci bugie”, hanno dichiarato. Poco prima il titolare del dicastero ai Trasporti aveva detto: “E’ un decreto che sarà migliorato ma che invito a non contestare perché è scritto con il cuore”. C’è stato anche qualche fischio, quando il governatore della Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci sono arrivati nella sede della Regione per incontrare una delegazione di manifestanti. Come riferito dall’agenzia Ansa, non si è trattato di una vera e propria contestazione ma di un segnale di “insofferenza” da parte degli abitanti e dei commercianti della Valpolcevera che aspettano risposte concrete e tempi certi, soprattutto per ciò che riguarda la riapertura delle strade di sponda.

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Gli sfollati al ministro: “Vogliamo impegni seri e concreti”
La manifestazione è stata organizzata proprio oggi perché in concomitanza con l’arrivo del ministro Toninelli a Genova. A lui gli sfollati hanno chiesto che vengano rispettate e mantenute le promesse. “Oggi vogliamo degli impegni seri e concreti”, ha detto uno dei portavoce dei residenti sfollati dalla zona rossa Franco Ravera. “Genova è sofferente, festeggiamo 55 giorni che siamo fuori di casa, non abbiamo una certezza su niente. Abbiamo chiesto di modificare il decreto, lo verificheremo nel tempo. Sabato siamo in piazza come oggi”. Quindi Ravera ha detto di aver ottenuto qualche impegno da parte di Toninelli, se non altro a modificare il provvedimento: “C’è un impegno del ministro a modificare qualche misura del decreto e c’è già un suo impegno a incontrarci di nuovo”. Il ministro “si è detto disponibile a intervenire per cambiare sia la parte legislativa e normativa sia la parte degli indennizzi che, nell’emendamento, dovrebbero trovare già voce, capitolo e importi. “Ma dico una cosa – ha concluso – non raccontateci ‘musse’, che in genovese significa non raccontateci bugie. Oggi Genova non ha voglia di bugie” . In mattinata gli sfollati avevano minacciato: “Se non avremo risposte entro 30 giorni torneremo in piazza e siamo pronti a bloccare la città“, hanno detto incontrando il governatore Giovanni Toti e il sindaco Bucci, ai quali è stato chiesto in particolare la riapertura di via 30 giugno, strada lungo la sponda destra del torrente Polcevera, decisiva per la logistica della zona e la vita di molte attività commerciali.

Toninelli: “Sono qui per ascoltare”. “Il decreto è scritto col cuore”
Il ministro oggi a Genova ha incontrato anche la commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc. “Sono qui per ascoltare”, ha detto. E nel merito del provvedimento per Genova ha assicurato: “È un decreto che sarà migliorato, ma che invito a non contestare perché è scritto con il cuore e con la testa per Genova e consentirà al commissario Bucci di poter lavorare bene”. E, nel merito della promessa della Bulc di sostegno europeo, ha aggiunto: “Questa è l’Europa che ci piace. Il nostro impegno è ricostruire bene e velocemente il ponte. Stiamo lavorando per accedere ai fondi europei“. La commissaria ha infatti garantito un intervento anche a livello di Unione europea: “Sono qui perché voglio offrire l’assistenza dell’Europa. L’Europa è pronta a fare la propria parte per aiutare Genova e la Regione con l’obiettivo di ridare il futuro a questo territorio”, ha detto al termine dell’incontro in prefettura.

Bucci: “Gli sfollati sono la priorità numero uno”
I manifestanti hanno incontrato anche il neocomissario Marco Bucci: “Gli sfollati”, ha detto durante la conferenza stampa, “sono la priorità numero uno, abbiamo parlato con i rappresentanti e lavoriamo tutti insieme per l’obiettivo di trovare case. Il secondo obiettivo è la viabilità. L’altra priorità evidente è non isoliamo la Valpolcevera”. E nel merito della viabilità ha aggiunto: “Questa mattina abbiamo chiesto il dissequestro di parte di via 30 giugno, spero in un risultato a breve. Stiamo lavorando su un bypass per via Fillak e anche per corso Perrone e via Perlasca che però richiedono più dati che per ora non siamo in grado di avere”. Sulla richiesta arrivata da cittadini e commercianti della zona di aiutare la Valpolcevera ad uscire dall’isolamento, Bucci ha aggiunto: “I cittadini lo hanno detto chiaro e io sono d’accordo con questo. Tutto quello possiamo fare per ricostruire la viabilità, tutto quel che serve per avere un quartiere e una valle come si deve è priorità per l’amministrazione”.

Le testimonianze: “Non ce la facciamo più. La cosa urgente è riaprire le strade”
“Non ce la facciamo più – ha spiegato Salvuccio Puppo, parrucchiere in zona arancione – Siamo tagliati in due e isolati dal mondo. Spero che arrivino delle misure a nostro sostegno ma la questione più urgente e riaprire le strade”. “Se continua così – ha aggiunto un altro commerciante – rischiamo di abbassare le saracinesche dei negozi per sempre”. Gli abitanti della Valpolcevera chiedono con altri striscioni la riapertura delle strade, il potenziamento dei servizi sanitari e la difesa del lavoro. “Oltre il ponte c’è la voglia di ripartire ed avere risposte concrete“, dicono dal megafono gli organizzatori. E mentre il corteo gridava “Bucci aprici le strade”, dall’impianto stereo arrivava la canzone The Wall dei Pink Floyd.

“È un momento difficile, il commercio per il momento resiste ma non potrà farlo a lungo per questo è fondamentale che le strade vengano riaperte al più presto”, ha detto Mauro Puppo che ha un negozio di giocattoli in via Canepari. “C’è una comunità di 50mila abitanti, quella della Valpolcevera, senza contare quelli dell’entroterra, che non possono più sopportare un certo immobilismo nelle decisioni”, ha detto il presidente del comitato degli sfollati, Franco Ravera. “Le istituzioni hanno fatto il possibile, hanno attivato mezzi pubblici, sono state fatte ripartire le linee ferroviarie ma non basta, ci vogliono più risorse e assunzioni di personale come autisti e agenti della municipale – ha spiegato Ravera – Oggi il tema non siamo noi, ma le problematiche di mezza città, ho visto in piazza molte persone che non abitano in Valpolcevera e questo mi ha fatto piacere, significa che c’è solidarietà“.

Pd e Fi: “L’apertura di credito dei genovesi verso questo governo si sta chiudendo”
In solidarietà ai manifestanti sono arrivati i messaggi di Partito democratico e Forza Italia: “L’apertura di credito dei genovesi verso questo governo si si sta chiudendo”, ha detto la deputata Pd Raffaella Paita. “Quei cittadini, quei piccoli imprenditori hanno espresso lo stato d’animo di un’intera città, con una compostezza che deve essere una lezione per la politica. Sono persone la cui fiducia è stata tradita dalle istituzioni, da questo governo della propaganda. Hanno assistito a una serie infinita di parole, di dichiarazioni roboanti, che sembravano addirittura prefigurare la ricostruzione del ponte nel giro di 8 mesi. E invece si sono ritrovati con un decreto vuoto , attendendo quasi due mesi per la scelta di un commissario che si poteva nominare il giorno dopo. Oggi, mentre loro protestano, le commissioni della Camera stanno lavorando per un cambio radicale dei contenuti del decreto che speriamo la maggioranza accolga. Adesso basta – conclude Paita – lo chiediamo al governo e in particolare al ministro Toninelli: volete finalmente cominciare ad ascoltare Genova?”.

E’ intervenuto anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Il popolo di Genova ha perfettamente ragione a contestare l’inerzia, soprattutto per gli sfollati, del governo nazionale. Conte si era presentato a Genova sventolando un decreto che poi è spuntato solo molte settimane dopo. E le norme sono insufficienti e inadeguate. Come ha detto anche il Cardinale Bagnasco, le risorse non possono essere considerate esaustive. E anche le campagne di odio avviate da Toninelli per coprire l’inerzia del governo rischiano di complicare l’opera di demolizione e di ricostruzione del ponte. Dalla quale dipende non solo il futuro di Genova, già sarebbe moltissimo, ma il destino di un porto che ha un ruolo decisivo per l’intera economia italiana”.

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