Botta e risposta a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e Guido Maria Brera, finanziere e co-fondatore del gruppo Kairos. Il tema del dibattito è il reddito di cittadinanza, sul quale Brera espone tutte le sue perplessità: “Mi fanno orrore le dichiarazioni del viceministro Laura Castelli, che ha detto che questo reddito viene dato nel bancomat. Quindi, poi, quando fai acquisti, non hai soldi in tasca ma devi consegnare il bancomat. E con questo puoi comprare un frigorifero ma non la televisione al plasma. E’ un controllo pervasivo semi-autoritario addirittura sui gusti delle persone. Ovviamente non puoi usare quel reddito per giocare alle slot machine” – continua – “ma chiediti perché oggi la gente va alle slot machine, che rappresenta ormai l’unico ascensore sociale rimasto acceso nel Sud, e cioè sognare. Per come è fatto questo reddito di cittadinanza, non credo che possa funzionare. Il vero costo di questa misura sarà anche il taglio dei servizi, per non parlare del fatto che sei costretto a lavorare 8 ore gratis alla settimana per qualcuno e devi per forza accettare una proposta di lavoro su tre”. E aggiunge: “Questa non è una manovra per la gente, come dicono loro. E’ una manovra che porta ancora più manodopera a basso costo”.
Travaglio dissente: “Nessuno di noi conosce il reddito di cittadinanza, perché nessuno di noi ha letto il Def e la legge relativa al reddito di cittadinanza. Sappiamo, però, che tutti i Paesi membri della Ue hanno un reddito minimo, impostato più o meno in modo simile al modo in cui vogliono farlo i gialloverdi” – continua – “E cioè: ti iscrivi a un centro per l’impiego, fa dei corsi di formazione, nel frattempo ti rendi disponibile a fare dei lavori di pubblica utilità. Se ti offrono un lavoro distante dalla tua formazione, lo puoi rifiutare. Se rifiuti la seconda proposta di lavoro, perdi il reddito di cittadinanza. Funziona più o meno in questo modo in tutta Europa. Si pensi anche alla Grecia che ha iniziato a sperimentarlo”.
E puntualizza: “Per quale motivo noi, che abbiamo 5 milioni di poveri e 3 milioni e mezzo di contratti precari, non dovremmo avere un reddito minimo per milioni di persone che non hanno in tasca un solo euro da spendere? Mi domando anche perché bisogna dire che queste persone stanno sul divano. E’ ovvio che, se stanno sul divano, non prendono il reddito di cittadinanza. Dopodiché, dato che siamo pieni di evasori fiscali e di lavoratori al nero, qualunque cosa noi facciamo” – prosegue – “va a vantaggio dei più furbi ovviamente. Gli 80 euro li hanno presi anche quelle persone che guadagnavano di più di 1500 euro al mese. Allora, siccome ci sono dei furbacchioni e dei ladroni, dobbiamo penalizzare quelli che non hanno veramente niente e che non hanno un lavoro? Vogliamo togliere il sussidio di disoccupazione e la cassa integrazione? E’ semplicemente una follia

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