Anche dopo l’ok della Ragioneria generale e la firma del Capo dello Stato il decreto Genova continua a far discutere. Il provvedimento studiato dal Governo per far fronte all’emergenza causata dal crollo del ponte Morandi è stato il centro di uno scambio di accuse tra il governatore ligure Giovanni Toti e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, partito domenica sui social network e non ancora concluso. Non è il primo scontro tra i due politici, con Toti che nelle scorse settimane aveva definito il dicastero guidato da Toninelli un “colabrodo”. A dare il via alla discussione un post su Facebook in cui il ministro 5 Stelle rivendica il proprio operato: “È dal 14 agosto che sto lavorando duro e senza sosta per ridare a Genova e ai genovesi la dignità che meritano. E soprattutto un ponte solido il più presto possibile. Nel decreto in vigore c’è molto per il monitoraggio e la sicurezza delle infrastrutture, di cui lo Stato non si è mai davvero fatto carico. Ma ci sono soprattutto tante misure concrete per la città, per i suoi abitanti, per le imprese e per il porto”. E fa seguire un lungo elenco di contenuti del decreto.

Dopo poche ore al post del ministro risponde, sempre su Facebook, Giovanni Toti: “Caro Ministro Toninelli – esordisce – se come scrive su Facebook vuole davvero ridare dignità ai genovesi, cominciamo evitando di proporre ponti dove giocare a bocce e fare grigliate“, riferendosi all’idea evocata dal ministro di un ponte “multilivello”. “Secondo, diciamo la verità – continua Toti – il decreto non mette per nulla al sicuro da ricorsi e lentezze burocratiche. Anzi, proprio per come è scritto li temiamo tantissimo. Terzo, è la prima volta nella storia che invece di far riparare il danno a chi lo ha fatto, si prevedono addirittura 300 milioni dei contribuenti per anticipare i soldi necessari”.

Il presidente della Liguria lamenta inoltre la mancanza di fondi sufficienti per sostenere il porto di Genova: “Si parlava di 100 milioni all’anno, ne sono previsti 15″. E accusa Toninelli per l’assenza, nel decreto, dei fondi per la realizzazione del Terzo valico ferroviario. “I liguri si sono espressi e vogliono quell’opera, così come la vogliono tutte le imprese del nord-ovest. Caro Ministro, come si permette di metterla in discussione?”, attacca. E conclude: “Dignità fa rima con verità. Genova e la Liguria vogliono ascoltare impegni veri”.

E nella mattinata di lunedì, parlando con i giornalisti a Reggio Calabria, Toninelli replica ancora al governatore ligure: “Mi spiace che in Regione Liguria ci sia qualcuno che sta facendo polemiche sperando di sfruttare politicamente una situazione drammatica quando, in questo momento, stiamo facendo umilmente il nostro lavoro per stare vicino ai genovesi e per dare loro velocemente un ponte che significa dignità. Chi fa polemiche sta sbagliando, non ama i genovesi”, dichiara il Ministro. E con la stampa si apre anche Toti, a margine di una cerimonia: “Il decreto si deve cambiare, c’è bisogno di più risorse. Sono sicuro che in Parlamento si potrà fare qualcosa, me lo auguro, poi ciascuno si prenderà le sue responsabilità“, attacca. “È un decreto di cui non condividiamo l’impostazione, ma siccome è stato fatto, cerchiamo di renderlo il migliore possibile”, aggiunge.

 

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