Si intitola “I nuovi zapatisti con la Coca Cola” il nuovo reportage di Alessandro Di Battista per il Fatto Quotidiano. Si tratta del quarto appuntamento ed è scritto dal Chiapas, in Messico. In edicola domenica 23 settembre sul Fatto.

Questo l’inizio:

 

All’ingresso della comunità autonoma zapatista di Oventic ci sono due cartelli. Su uno c’è scritto che è proibito rubare, transitare con veicoli illegali e piantare droga. Nell’altro che qui comanda il popolo ed il governo ubbidisce. A Oventic non ero mai stato, in Chiapas decine di volte, la prima nel 2005 quando venni a comprare libri per la biblioteca di Nuevo Horizonte, la comunità guatemalteca dove lavoravo. Per arrivare ad Oventic abbiamo preso un taxi collettivo alla periferia di San Cristobal del las Casas, la più bella città del Chiapas.

Entrare ad Oventic è stato semplice. Un paio di uomini in passamontagna ci hanno chiesto le ragioni della nostra visita, le nostre professioni e i passaporti. Meglio non parlare di reportage da scrivere, pare che anche da queste parti i giornalisti non godano di ottima fama. Non sono e non sarò mai giornalista, credo che l’ordine dovrebbe essere abolito, ma era troppo complicato spiegarglielo. Ho detto che facevo il volontario in una comunità in Guatemala e non ho mentito dato che è ciò che sto facendo adesso. La visita alla comunità zapatista è durata un paio d’ore, i due uomini non ci hanno mai perso di vista, ci hanno autorizzato a scattare foto ai murales della comunità, al piccolo edificio dove ha sede la Giunta del Buon Governo e alla scuola.

Ecco le tre parti finora pubblicate:

1 – Stati Uniti, i droni al posto dei rider
2 – Tijuana, ecco il mondo nascosto dal muro
3 – Messico, voto populista per non morire

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