All’esordio da senatore semplice aveva promesso che sarebbe stato in silenzio per due anni. Poi aveva annunciato che sarebbe stato fuori dal giro per qualche mese. Ora, sarà l’aria di casa, fa marcia indietro su tutto e dal palco della Festa dell’Unità a Firenze lo dice chiaro e tondo: “Andrò nelle scuole, in tv. Pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato”. Matteo Renzi annuncia un ritorno ‘mediatico’ importante. Per il momento, solo quello: “Non vivo nell’ansia di tornare da qualche parte ma vivo nell’ansia di non lasciare la politica a chi crede che sia un prolungamento di Facebook”.

Così spiega che sarà presente, ancora di più, perché “in questi mesi hanno raccontato un sacco di bugie, quando arriveranno i nodi al pettine noi ci saremo. Il tempo è galantuomo ma ci arriveremo”. Un affondo su Beppe Grillo (“Non prendiamo lezioni da lui, noto evasore fiscale“) e uno sguardo ai prossimi mesi del Pd, che porteranno al congresso: “Chi vince deve sapere di avere tutto il partito con sé. Perché per due volte a me ha fatto la guerra il fuoco amico – dice – Quando il segretario Martina darà avvio al processo congressuale si inizia e poi chi vince, vince, chi perde dà una mano. Altro che correnti, facciamo opposizione“. E quindi gli affondi contro il governo M5s-Lega. Con Danilo Toninelli che “è un bugiardo e un ministro bugiardo deve dimettersi“. Il pretesto sarebbero le pressioni sul caso Autostrade denunciate dal ministro delle Infrastrutture: “La mail di Aiscat risale a gennaio 2018, ma il ponte è crollato ad agosto”.

Un “colpetto” al presidente del Consiglio (“Chi è l’avvocato di Aiscat? Giuseppe Conte. Conte non è l’avvocato del popolo, ma l’avvocato delle concessionarie autostradali”) e poi l’attacco a Luigi Di Maio sulla chiusura della trattativa dell’Ilva e il via libera ad ArcelorMittal: “Ci hanno detto che noi facevamo del male ai bambini di Taranto, e i 5 Stelle hanno detto che avrebbero chiuso l’impianto – dice – Poi sappiamo cosa hanno fatto: sono stati costretti a fuggire dalla manifestazione di Taranto. Nelle rivoluzioni chi parte giacobino finisce per finire sul patibolo”.

L’ex presidente del Consiglio non risparmia critiche anche Matteo Salvini: “L’immigrazione è diventato l’unico problema, nessuno parla più di Flat tax, della Fornero, reddito di cittadinanza non pervenuto”. Mentre, accusa il senatore di Rignano, “con una scommessa sulla paura hanno fatto credere di poter governare l’Italia, hanno preso 150 poveretti in una nave della Guardia costiera e l’hanno bloccata, dicendo che bloccano l’immigrazione”. Poi è tornato a ironizzare sulla vignetta con il capo del Viminale ed Emmanuel Macron, pubblicata sulla copertina di The Spectator, dove il leader della Lega è ritratto come un troglodita: “Questa è l’immagine che stiamo dando dell’Italia nel mondo: ‘Wilma, passami la clava’”.

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