Settembre è storicamente il mese della grande domanda di affitti di stanze da parte degli studenti fuori sede, visto l’imminente avvio delle lezioni universitarie.

Rispetto al passato, però, oggi i flussi di domanda e offerta di camere e posti letto in affitto sono più costanti durante tutto il corso dell’anno, grazie in particolare all’ingresso dei lavoratori in questo mercato. Si assiste quindi a una destagionalizzazione della ricerca, soprattutto in quelle città che presentano maggiori opportunità d’impiego e, in molti casi, a una riduzione dell’offerta.

Come mostra l’Osservatorio di Immobiliare.it sul mercato delle stanze, nel corso dell’ultimo anno l’andamento dei prezzi si è molto diversificato nelle 14 città universitarie con più fuori sede.

Milano guida la classifica

Entrando più nel dettaglio, il capoluogo lombardo è la città più cara d’Italia nel mercato delle camere. Affittare una stanza singola a Milano oggi costa in media 543 euro al mese (+3% in un anno), ma la cifra da mettere a budget può superare i 600 euro nelle zone più centrali e vicine agli atenei.

A Roma, invece, si spendono in media 428 euro, il 2% in meno rispetto al 2017; aumento consistente per Bologna, dove i prezzi sono saliti del 12% e si attestano adesso sui 399 euro di media per una singola. Cresce anche il mercato di Bari (260 euro di media), Napoli (315), Padova (301) e Catania (205). La Sicilia si conferma la regione più economica per gli universitari: al di là di Catania, città meno cara in assoluto, nel capoluogo Palermo si spendono 226 euro per una singola nonostante l’aumento record del +14% rispetto a un anno fa. Pavia e Siena sono invece le due città in cui i valori sono calati di più: -8% per la precisione, con singole che costano rispettivamente 285 e 310 euro in media.

Risparmiare si può se si sceglie la doppia

La richiesta per il solo posto letto è aumentata del 3%, per una media italiana che si attesta sui 285 euro. Ma i prezzi, come al solito, variano molto da città a città: si va dai 368 di Milano e i 305 di Roma, fino ai meno di 200 che bastano a Pavia e negli atenei del Sud.

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