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Governo, la ministra della Difesa Trenta dispone il trasferimento del marito: “Spenta ogni sterile polemica”

Il ruolo del capitano Claudio Passarelli aveva generato da parte dell’opposizione, accuse di conflitto di interessi nei confronti della ministra. "Nonostante mio marito non si sia mai occupato infatti di armamenti, a differenza di quanto scritto invece da alcuni organi di stampa, ho comunque chiesto il suo trasferimento agli Affari Generali, retto da un dirigente civile"
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La ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha chiesto il trasferimento, a decorrere da oggi, del capitano Claudio Passarelli, suo marito, da ufficiale addetto alla segreteria del vice direttore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari Generali. Si tratta, fanno sapere fonti vicino al ministro, di uno spostamento richiesto “per questioni di opportunità“. La notizia è riportata dall’agenzia Ansa.

Il ruolo di Passarelli aveva generato da parte dell’opposizione, accuse di conflitto di interessi nei confronti della ministra. La decisione di Trenta arriva nel primo giorno di lavoro della ministra a Palazzo Baracchini. Il capitano Passarelli, riferiscono fonti vicine alla ministra, nonostante non si sia mai occupato di acquisti o contratti sarà comunque spostato all’ufficio Affari Generali, retto da un dirigente civile, che sovrintende alle esigenze organizzative e logistiche del funzionamento del segretariato generale”. Il deputato del Pd Michele Anzaldi aveva definito Passarelli invece “un alto dirigente del ministero” e sotenuto che Trenta fosse in conflitto di interessi perché in passato presidente della SudgestAid, società senza scopo di lucro che il settimanale francesce Le Point ha indicato come operativa nel reclutamento “di mercenari in Medio Oriente”. Per questo i dem hanno chiesto che la ministra desse spiegazioni sul caso.

Romana di Velletri, 51 anni, Trenta è considerata una grande esperta di difesa, sicurezza e cooperazione internazionale. Insegna all’università Link Campus. È stata political advisor per il ministero degli Esteri in Iraq (2005 e 2006) su incarico del ministero degli Esteri guidato da Gianfranco Fini. È stata poi country advisory per la Difesa in Libano (2009) e presidente appunto della SudgestAid.

“La decisione è la conferma che le nostre denunce di conflitto di interessi erano pienamente fondate, sebbene siano state accolte nel totale silenzio del premier Conte, dei vice Di Maio e Salvini e dei maggiori esponenti M5s, a partire da Grillo e Di Battista”insiste anche oggi su Facebook Anzaldi. “Ma siamo di fronte – prosegue Anzaldi – ad un semplice palliativo che serve a confondere ancora di più le acque: la ministra faccia chiarezza sui suoi rapporti con il settore privato della guerra, sulle attività di reclutamento di mercenari da parte della società per cui lavora da 21 anni e sui suoi rapporti con i servizi segreti”.

La ministra alle polemiche ha risposto con un post su Facebook: “Primo giorno di lavoro al ministero della Difesa. È un orgoglio indescrivibile servire il mio Paese. Ho iniziato a prendere immediatamente visione dei principali dossier nazionali ed internazionali. Ho peraltro incontrato e conosciuto il personale del gabinetto, incluse le strutture responsabili degli uffici di diretta collaborazione, nonché i responsabili delle task force Energie e Immobili”. Infine, scrive ancora, “non ho perso occasione per spegnere ogni sterile polemica promossa in queste ore da alcune forze politiche. Nonostante mio marito, il capitano Claudio Passarelli, non si sia mai occupato infatti di armamenti, a differenza di quanto scritto invece da alcuni organi di stampa, ho comunque chiesto il suo trasferimento agli Affari Generali, retto da un dirigente civile, che sovrintende alle esigenze organizzative e logistiche del funzionamento del segretariato generale. Il M5S lavora in questo modo, con trasparenza e coerenza, al di sopra di ogni più piccolo – ed ingiustificato come in questo caso – sospetto. Viva l’Italia!”.

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