Il commercio riguardo gli avvenimenti futuri è un qualcosa vecchio come la storia dell’umanità. L’unica nota costante è stata che qualcuno ottiene dei sicuri guadagni vendendo l’incerto. L’ultima trovata in questo campo sono i sondaggi elettorali. Quante persone si mettono a commentarli senza avere la benché minima idea di quale sia la metodologia alla loro base e soprattutto della loro affidabilità?

I sondaggi elettorali sono costruiti in genere su un campione di un migliaio di persone, che dovrebbe simulare il comportamento di milioni di elettori in una data futura, spesso senza neppure sapere quali liste e quali candidati si presenteranno. Una delle caratteristiche della scienza è la sua falsificabilità. C’è una sola velocità della luce. Non c’è un sondaggio “più giusto” o uno “più sbagliato”, perché non c’è controprova di cosa sarebbe accaduto realmente. Già solo lo “spacchettamento” delle liste porta a risultati molto diversi nei sondaggi, figuriamoci nella realtà!

Per chi avesse dubbi, è bene ricordare cosa accadde alle elezioni politiche del 2013. Il MoVimento 5 stelle era dato fino a metà febbraio tra il 16% e il 18%. Gli exit poll, quindi non i semplici sondaggi, ma un’indagine su chi aveva effettivamente votato, davano il MoVimento tra il 18% e il 20%. Tutti i sondaggi indicavano un vantaggio apparentemente incolmabile della coalizione di centrosinistra. I risultati reali hanno visto il Movimento superare il 25% dei voti e un sostanziale pareggio con il centrosinistra che ha ottenuto un abnorme premio di maggioranza alla Camera solo per qualche decina di migliaia di voti, su decine di milioni di votanti.

Anche in questa ultima tornata elettorale il MoVimento era accreditato di un risultato decisamente inferiore a quello effettivamente ottenuto. Anzi: un’analisi di Repubblica dei primi di febbraio suggeriva che i nostri collegi sicuri alla Camera sarebbero stati solo quattro. Sappiamo tutti che i risultati reali sono stati ben diversi. Ad esempio, in Campania, regione data per sicura al centrodestra, il MoVimento ha persino esaurito i candidati da eleggere. L’unica tendenza che si potrebbe estrarre da questi dati sembra essere che il MoVimento è largamente sottostimato nei sondaggi.

Ma possono questi davvero prevedere l’esito di una competizione elettorale? A grandi linee sì, anche se nel momento in cui l’elettorato cambia radicalmente il modo di votare rispetto al passato, i sondaggisti entrano in grande difficoltà (vedi il cappotto del MoVimento al Sud). In ogni caso, l’abilità vera è anticipare un evento imprevisto, ad esempio prevedere che una piccola squadra come il Leicester possa vincere la Premier League, non che la Juventus otterrà il suo ennesimo scudetto.

Pensare che singole azioni possano influenzare o meno il risultato elettorale diventa una questione estremamente opinabile, perché (come ampiamente dimostrato) gli errori possono essere oltre il 5% – vedi il caso delle elezioni 2013 – e tanto meno cosa accadrà a distanza di alcuni mesi. Prendere decisioni estemporanee sulla base dei sondaggi, tentando di “monetizzare” una manciata di voti, è quindi una scelta rischiosa.

Le lunghe trattative nella formazione del nuovo governo sono state rallentate a causa dei sondaggi. Infatti, alcune forze politiche hanno avuto più volte la tentazione di riscuotere quello che loro ritenevano essere un vantaggio tramite elezioni anticipate. Anche se da neoeletto ho detto più volte che tornare al voto non mi spaventava e sarebbe stato il male minore rispetto a governi tecnici o meglio “governi Frankenstein”.

La situazione indubbiamente migliore è però quella del governo che è stato appena presentato, pienamente legittimato sia dalle urne che da una maggioranza parlamentare. Solo i costi diretti di una nuova tornata elettorale sarebbero dell’ordine di 400 milioni di euro, per non parlare di quelli derivanti dall’incertezza dei mercati. L’esecutivo che sta per ottenere la fiducia vede la luce grazie a un grande atto di coraggio. Dal 1994, chiunque abbia governato è stato punito nella successiva tornata elettorale. Tuttavia, non si poteva lasciare nulla di intentato. Anche se il dialogo tra forze politiche che rimangono sostanzialmente diverse è stato complesso, è stato finalmente possibile trovare dei punti di contatto, per il bene del Paese. In Germania, per ottenere un risultato simile ci hanno messo sei mesi.

Sarebbe stato preferibile prendere decisioni sulla base dell’ultimo sondaggio, intraprendendo la rischiosa via delle elezioni anticipate? Questa scelta poteva rivelarsi non solo deleteria per i cittadini, i quali giustamente chiedono un governo stabile, ma essere persino essere punitiva per chi si lascia abbindolare dai cartomanti 2.0. Un po’ come giocarsi alle slot machine il giorno dopo tutto quello che si è appena miracolosamente vinto alla lotteria. Questo è qualcosa sul quale dovrebbero riflettere i colleghi parlamentari di tutti gli schieramenti. Occorre governare al meglio la nazione, perché cercare il bene comune e aver servito il proprio Paese con lealtà sono scelte che non si rimpiangeranno mai.

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