Zinedine Zidane non sarà più l’allenatore del Real Madrid. Dopo tre anni alla guida dei Blancos, con la vittoria di altrettante Champions League, il tecnico francese ha comunicato il suo addio in una conferenza stampa con Florentino Perez. Ha trascorso sulla panchina delle merengues 878 giorni vincendo 9 titoli, l’ultimo appena sabato scorso con il terzo trionfo di fila in Europa sconfiggendo in finale il Liverpool. “È necessario un cambiamento“, ha detto l’ex Pallone d’oro dopo il faccia a faccia con il presidente del Real. “Questa squadra deve continuare a vincere e serve un cambio. Serve un’altra metodologia di lavoro e per questo ho preso questa decisione”, ha aggiunto.

La scelta, stando alle parole di Perez, è stata presa in totale autonomia dall’allenatore francese: “È venuto a trovarmi ieri per parlarmi di una decisione inaspettata“, ha esordito il numero uno del club. “Possiamo solo rispettarla – ha aggiunto – ha avuto un grande impatto su di me quando ho saputo la sua decisione, mi sarebbe piaciuto convincerlo, ma so com’è”. Il 9 luglio 2013, era diventato il vice di Carlo Ancelotti mantenendo il ruolo di direttore sportivo. Un anno più tardi, l’approdo alla guida del Castilla, la squadra B del Real. Da lì, il salto sulla panchina principale il 4 gennaio di due anni fa per sostituire Rafael Benitez. Accolto con scetticismo, è riuscito a ribaltare tutto in 878 giorni che gli hanno permesso di entrare nella storia del club.

Zizou non ha chiuso le porte a un eventuale ritorno al Santiago Bernabeu: “Certo che può essere un arrivederci. Il Madrid mi ha dato tutto e io sarò sempre vicino a questo club per tutta la mia vita – ha spiegato – È una decisione che per molti non ha senso, ma per me lo ha. È tempo di cambiare”. Un cambiamento che riguarda non solo la sua vita professionale, ma anche un’esigenza dello spogliatoio: “I giocatori hanno bisogno di un cambiamento, voglio ringraziarli perché sono quelli che combattono in campo. La storia di questo club è grande ma chiediamo sempre di più ai giocatori. Per questo dopo tre anni bisogna cambiare. No ho parlato con lo staff, parlerò poi con i giocatori e ne ho già parlato con il capitano Sergio Ramos“, ha concluso.

La decisione presa dal tecnico madrileno rischia di innescare reazioni a catena sulle panchine europee, oltre al terremoto in casa Blancos, dove si parla anche dell’addio di Cristiano Ronaldo in uno scambio con il Psg che cederebbe Neymar. Cosa farà ora Zidane? Resterà fermo, sceglierà un altro club (il Chelsea?) oppure aspetterà di capire come si concluderà il Mondiale della Francia per accomodarsi sulla panchina dei Blues? “Non sono stanco di allenare, ma ho passato qui tre anni e il tempo è finito – ha precisato l’ex Pallone d’oro – Non cerco un’altra squadra”.

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Zidane, un trofeo ogni 100 giorni con il Real. Ma ora l’addio rimescola le carte: valzer delle panchine e Champions aperta

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