E tre. Consecutive. Questa volta senza il graffio di Cristiano Ronaldo, ma con Gareth Bale che diventa il primo giocatore a segnare una doppietta in una finale di Champions subentrando dalla panchina. Il Real Madrid è sempre di più nella storia: la squadra spagnola allenata da Zinedine Zidane si conferma campione d’Europa battendo per 3-1 il Liverpool nella finale di Kiev. Fanno 13 Champions vinte nella sua storia, record assoluto. E poi sono quattro negli ultimi cinque anni, tre di fila. Un dominio europeo incontrastato, interrotto quattro anni fa soltanto dalla Juventus capace di eliminare i Blancos in semifinale.

Protagonista assoluto della partita Bale, che entrato dalla panchina ha segnato due gol in 20 minuti che hanno piegato la resistenza dei Reds, fiaccati da due clamorose papere del portiere Karius e dall’infortunio di Salah, uscito per una botta alla spalla e a rischio anche per i Mondiali di Russia. Da cineteca la rovesciata volante del 2-1, quasi una fotocopia di quella di Ronaldo contro la Juve nei quarti. Di Benzema l’altro gol del Real. Nella storia ci entra anche Zidane, calciatore inarrivabile e ora primo allenatore a vincere tre Champions League consecutive. Al Liverpool, protagonista di una cavalcata straordinaria dai preliminari in estate, non è bastato il 20esimo gol stagionale di Manè.

A Kiev i Blancos di Zidane scendono in campo con la stessa identica formazione che ha trionfato 12 mesi fa a Cardiff contro la Juventus: giusto per rendere l’idea della compattezza di una squadra che ha trovato un assetto ormai definitivo, almeno fino a sabato sera visto che dopo aver alzato la coppa sia Cristiano che Bale hanno lasciato le porte aperte a un possibile addio. Nel Liverpool, Jurgen Klopp – seconda finale persa in carriera – conferma il suo solito modulo a tre punte con Salah, Firmino e Manè. Al tecnico tedesco non basta una partenza scoppiettante del Liverpool, che come nelle attese gioca a viso aperto e senza alcun timore reverenziale. Un paio di tagli di Manè e Salah su imbeccate dalla trequarti costringono Navas a due uscite alla disperata nei primi minuti.

Il Real, come suo solito sotto la guida di Zidane, inizia in modo sornione forte di una qualità di palleggio superiore a metà campo. I Reds provano a schiacciare il piede sull’acceleratore con una manovra avvolgente che ha in Alexander-Arnold sulla destra una autentica spina nel fianco nella retroguardia spagnola. I campioni in carica faticano ad uscire, ma quando ci riescono sono micidiali come al quarto d’ora quando Ronaldo entra in area dalla destra e lascia partire un tracciante in diagonale di poco alto. La replica del Liverpool con un tentativo di testa, su angolo, di Van Dijk con palla alta dopo un’uscita a vuoto di Navas.

Il primo vero colpo di scena alla mezzora, quando il Liverpool perde per infortunio Salah. L’egiziano è costretto ad uscire in lacrime dopo un violento colpo alla spalla subito per un intervento, chiaramente irregolare e anche cattivo, da parte di Sergio Ramos. Klopp corre ai ripari inserendo Lallana al posto del Faraone. È poi la volta di Zidane effettuare un cambio, con Nacho al posto di Carvajal anche lui costretto ad uscire per un infortunio. Poco prima dell’intervallo brivido per i tifosi del Liverpool, con Karius che compie un autentico miracolo per respingere un colpo di testa ravvicinato di Ronaldo. Sulla respinta Benzema segna, ma l’arbitro annulla per fuorigioco.

Il secondo tempo si apre ancora nel segno del Real Madrid, con Isco che dopo due minuti colpisce una traversa clamorosa dopo una dormita della difesa del Liverpool. Reds che sembrano aver pagato psicologicamente l’uscita di Salah, da quel momento i ragazzi di Klopp di fatto non sono più riusciti a farsi vedere dalle parti di Navas. Il gol del Real è nell’aria e arriva al 50′ con Benzema, abilissimo ad approfittare di un clamoroso svarione del portiere Karius che nel tentativo di avviare il gioco con le mani manda maldestramente la palla addosso all’attaccante francese che ringrazia e realizza l’1-0. La reazione del Liverpool è immediata: al 54′ Manè firma l’1-1 con una rete in mischia su azione di calcio d’angolo. Tutto da rifare, ma Reds che sembrano aver ritrovato quella fiducia e quella convinzione che sembrava svanita dopo l’uscita del loro uomo simbolo. E si riscatta anche Karius con una grande parata su girata di Isco da distanza ravvicinata.

Il Real si conferma però una autentica macchina da Champions e al 64′ torna in vantaggio con un gol capolavoro in rovesciata di Bale, entrato da pochi minuti al posto di Isco, su cross di Marcelo dalla sinistra. I Reds accusano il colpo ma con orgoglio si riversano in attacco e sono anche sfortunati quando al 70′ ancora Manè colpisce il palo con un sinistro rasoterra dal limite. Ormai saltati i tatticismi, il Real sfiora il terzo gol con Ronaldo che tutto solo in area viene fermato con un intervento alla disperata di Robertson. Klopp si gioca a sorpresa anche la carta Emre Can, assente da oltre due mesi per un problema alla spalla, al posto dell’esausto Milner. Neanche il tempo di assestarsi che ancora Karius, con un’altra papera clamorosa, consente a Bale di firmare il 3-1 con un sinistro dalla distanza e di fatto chiudere la partita. Tre di fila. E chissà se il conteggio è finito.

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Champions League, la solitudine di Loris Karius: la doppia papera del portiere del Liverpool che segnerà una carriera

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