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Governo, Visco: “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa. Nessuna scorciatoia per ridurre il debito pubblico”

Mentre i mercati "abbandonano" l'Italia e lo spread vola oltre i 300 punti, arriva il monito del Governatore: "Se venisse messo a repentaglio il valore dei loro risparmi, i risparmiatori reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi"
Governo, Visco: “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa. Nessuna scorciatoia per ridurre il debito pubblico”
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“Il destino dell’Italia è quello dell’Europa“, il cui sviluppo “determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende”. Lo dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco nel suo intervento all’Assemblea annuale, sottolineando che “è importante che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea” e ricordando che nei prossimi mesi sono in ballo decisioni di grande rilievo come “la governance dell’Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria”.

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Nel giorno in cui i mercati “abbandonano” l’Italia, facendo salire lo spread oltre i 300 punti, arriva Visco ricorda l’importanza del risparmio, messo a rischio dall’instabilità politica e istituzionale del nostro Paese: “Per ridurre il debito non vi sono scorciatoie. Se venisse messo a repentaglio il valore dei loro risparmi, i risparmiatori reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi”, spiega Visco, che fa poi un riferimento alle misure che erano previste nel contratto di governo stipulato da Cinquestelle e Lega: “La difesa del risparmio, necessario per sostenere la crescita economica, presuppone condizioni ordinate sui mercati finanziari. Queste dipendono dalla credibilità delle politiche volte a rinnovare la struttura dell’economica, ad accrescere la produttività, a mantenere sotto controllo la dinamica del debito pubblico”.

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Ma è stato il collocamento europeo dell’Italia il cuore del discorso di Visco: “Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica. Le norme entro cui operiamo possono essere discusse, criticate. Vanno migliorate. Ma non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali: la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti, il rispetto dei Trattati. Soprattutto, bisogna avere presente il rischio gravissimo di disperdere in poco tempo e con poche mosse il bene insostituibile della fiducia”, ha concluso il governatore.

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