Hanno recuperato le immagini delle telecamere di videosorveglianza, le analizzate a fondo e alla fine hanno ‘beccato’ quel furgone bianco dal quale era stato scaricata la carcassa di un lupo, poi appesa alla pensilina dell’autobus in una frazione di Coriano, in provincia di Rimini. Era il 4 novembre dello scorso anno. Adesso, i carabinieri sono certi di aver incastrato i due autori dell’uccisione e li hanno denunciati per maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di una specie animale protetta. Si tratta di un uomo di 82 anni e uno di 43, entrambi agricoltori della zona.

Gli uomini della Forestale avevano trovato la carcassa appesa per le zampe posteriori e legato col fil di ferro. Il cadavere dell’animale era stato trasportata al servizio veterinario dell’Ausl di Rimini, dove era stata effettuata una prima ispezione, appurando che l’animale aveva il cranio fracassato, presentava un buco che gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia.

Dopo aver acquisito le immagini delle telecamere, gli investigatori notavano un furgone bianco che si fermava per 40 secondi, attorno alle 4, di fronte alla fermata dell’autobus dove era stata abbandonata la carcassa dell’animale. È stato quindi effettuato uno screening dei furgoni intestati a persone, ditte e aziende presenti nel comune di Coriano, compatibili con quello ripreso dalle telecamere, riuscendo ad individuare un Volkswagen Transporter di colore bianco, intestato ad un’azienda agricola ubicata nel comune.

A questo punto, i magistrati hanno ordinato una perquisizione della ditta, nel corso della quale è stato rinvenuto e posto sotto sequestro il furgone incriminato. I militari hanno effettuato dei minuziosi rilievi tecnici ritrovando numerose tracce ematiche e formazioni pilifere. L’accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo, effettuato presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Forlì, ha appurato che la morte dell’animale era dovuta “fratture multiple della scatola cranica, con lacerazioni ossee e disgregazione della materia cerebrale” procurate con un “corpo contundente pesante”. Inoltre, gli esami sulla carcassa hanno consentito di accertare la positività al brotifacoum, un veleno topicida che verosimilmente ha stordito il lupo nelle fasi precedenti alla sua morte, facilitandone la cattura.

Sono quindi state disposte l’acquisizione dei tabulati di telefonici dei due indagati, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Così, ne sono convinti i magistrati, è stato accertato che uno dei due indagati, dipendente dell’azienda agricola, alle 4 circa del 4 novembre 2017, aveva effettuato un tentativo di chiamata verso l’utenza in uso all’altro indagato, padre del titolare dell’azienda, agganciando nella circostanza una cella il cui ponte risultava essere proprio nel comune di Coriano, in un luogo compatibile con quello dove era stato rinvenuto l’animale appeso alla pensilina dell’autobus.

Articolo Successivo

Roma, operatori dei bus turistici verso la serrata da giovedì: protesta contro le restrizioni all’ingresso in centro

next