6. Il Pd è pieno di belle persone, ma con questi numeri in Parlamento fidarsi del Pd è un suicidio. O Di Maio insiste con questa recita per dimostrare che i grillini sono pronti a governare e per spaccare al contempo il Pd, oppure ha una strana idea di masochismo.

6 bis. Se venisse chiesto alla base del Pd se vuole o no un accordo con i 5 Stelle, la maggioranza direbbe di no. Ne sono convinto. Giusto domandarglielo, per carità, ma non crediate che la base sia anti-renziana. La maggioranza lo è eccome, infatti lo vota. Chi non sopporta Renzi ha smesso di votarlo. (E Renzi infatti le perde tutte).

7. Detto che nessun governo con questi numeri è possibile, costretto a forza per i 5 Stelle aveva più senso accordarsi su due o tre punti con la Lega (senza Berlusconi) e poi voto. La Lega, in termini parlamentari, è molto più affidabile del Pd a trazione renziana. Salvini non ha voluto. Bene: facciamo passare questi giorni (inutili) da qui al 3 maggio, poi nuova legge elettorale e voto al più presto. Aprile 2019, meglio ottobre 2018.

7 bis. Lo so cosa state pensando: “Per il M5S meglio col Pd che con la Lega”. In linea di massima sì, anche se tra un Borghi e un Migliore prendo tutta la vita il primo. In un mondo ideale i 5 Stelle governerebbero con un centrosinistra riformista. Ma l’Italia attuale non è certo un paese ideale e nulla, tra le forze parlamentari, è disastroso come il renzismo.

8. Con questa fregola di andare al governo per forza, Di Maio ha partorito giorni fa quella brodaglia del contrattino by Giacinto Della Cananea, personaggio lisergico tratto dal Giardino dei Finzi Contini e televisivamente efficace come un rododendro ferito. A furia di smussare gli angoli, il contrattino partorito dal M5S si è rivelato una sbroscia insipida. O i 5 Stelle vanno al governo per cambiare sul serio le cose, o possono stare a casa: di una nuova Dc non ve n’è bisogno. Oltretutto, per essere Forlani o Andreotti, serviva il fisico.

9. Lo so, fare una legge elettorale nuova in tempi brevi sarà dura. Vero. Ma – al peggio – è meglio tornare subito al voto a ottobre anche con il Rosatellum. Gli italiani lo vivrebbero come un ballottaggio Salvini-Di Maio, quindi i numeri cambierebbero e non è detto che avremmo sempre lo stesso stallo. In più Berlusconi uscirebbe devastato e forse anche i renziani. Lega e M5S: che diavolo aspettate a tornare al voto?

10. Renzusconi vive e lotta in mezzo a noi: mai staccatisi, il padre dotato e il figlio ripetente operano adesso per far saltare qualsiasi governo salvo quello (inutile) “del Presidente”. Appunto, cari Salvini e Di Maio: fate saltare il banco e tornate (torniamo) al voto.

10 bis. L’unica cosa positiva che può partorire questo stallo è una rottura definitiva tra renziani e resto del mondo piddino. A quel punto Renzi si farebbe il suo PMi (Partitino Macron ipotetici) e il Pd ne uscirebbe come rinato. Ce lo auguriamo. Ma ci vorrà tempo e per avere un nuovo scenario servirà un nuovo Parlamento. Diciamolo chiaramente: questa legislatura è “inutile”. Fatela durare il meno possibile: ha già frantumato gli zebedei con tutti questi retroscena spuntati. E’ tutto spaventosamente noioso. Voto al più presto: al più presto.

b-a-s-t-a con questo teatrino soporifero e terrificante.

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L’accordo M5S-Pd è una boiata pazzesca

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