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Elezioni a Bologna: qui facce tristi, facce allegre. Ognuno vive il suo dramma personale

Elezioni a Bologna: qui facce tristi, facce allegre. Ognuno vive il suo dramma personale
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Lunedì di lavoro.
Piove.
Tempo di merda, ma almeno non c’è il gelicidio.

Facce tristi.
Facce allegre.
Ognuno vive il proprio dramma personale o la propria gioia e il cervello si dimostra per l’ennesima volta un oggetto meraviglioso.

La città in cui vivo ha fatto il proprio dovere e ha premiato Pierferdinando Casini, baluardo della sinistra che resiste al non nuovo che avanza. C’è malcelato entusiasmo (o mesto stupore) per l’inconsistenza di LeU (e dire che si vedeva) e soprattutto di Emma Bonino che ha pagato lo scotto di non chiamare il suo gruppo +Africa al posto del poco efficace +Europa che fa molto Junker. Brutta sensazione per Berlusconi, ma già da ieri lo si era un po’ capito: vedere il leader di Paese Scarpa spaventarsi di fronte a una figa che balla sui tavoli non è stato certo un bel segnale. E la gente lo ha capito, ha colto la debolezza, comunque la sua coalizione ha vinto, come ha vinto la Lega che tatticamente ha tolto NORD dal simbolo e così anche i meridionali che vivono al nord, li hanno potuti votare.

E alla fine loro, i veri vincitori, il Movimento 5 Stelle. Sono stati bravi, va detto, ma sono stati ancor più bravi quelli che li hanno contrastati con tutti i mezzi possibili dicendo: eh ma quelli lì non sanno governare, quello lì sbaglia i congiuntivi, avete visto a Roma la Raggi? Ma io dico, se uno non abita a Roma, cosa gliene frega di cosa faccia il sindaco a Roma? E allora il sindaco di Novara? Quello di Verona? Quello di Modena? Quello di Campobasso? Vedete che se non abitate lì non ve ne frega niente neanche a voi di come gestisca una città un sindaco? Della Meloni e di tutti gli altri che non nomino, non sto nemmeno a parlarne che di inconsistenza ne ho già parlato abbastanza per LeU e +Europa.

E adesso? Si chiederà il preoccupato o l’entusiasta di turno. E adesso niente. Mattarella prenderà qualche fiala di ricostituenti e in una maniera o nell’altra proverà a non far governare il M5S. È questa, come direbbero i #vabanacaghèr manager, la sua mission. E se non ce la fa? Domanda l’ansioso. E se non ce la fa, gli stellati governeranno insieme a qualcun altro e nel giro di qualche mese arriverà la Troika e farà lei le riforme. Ma dopo l’estate. Vuoi non far andare la gente in vacanza per ‘ste cose? E poi ci sarà l’allerta caldo, no, no. Se ne riparlerà in autunno. Ecco, “Troika in autunno”, è anche un bel titolo o perché no, “Troika dopo la befana”. Che forse è pure meglio.

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