Televisione

Masterchef, i finalisti decisi da 7 platesse e dalla sindrome di D’Alema (ma aridatece er sangue)

Masterchef si fa sempre più una cosa seria, non come quell'altra roba che succede domenica che viene. E il tasso agonistico assomiglia sempre di più alla finale di biathlon, con la differenza che ci sono molti più spettatori, anche in studio

di La Sila

Capesante? Tsch, tsch
Al pressure test la prima gara è tra Alberto e Simone. Quest’ultimo c’ha più culo che anima e nel gioco un po’ a strategia e un po’ a fortuna della scelta di ingredienti opposti (acqua-terra, grasso-magro, dolce-salato) raccoglie gli ingredienti più facili, in apparenza: bacon, pomodori delle ande, squacquerone, capperi salati, caviale, funghi, burro, filetto di cavallo, farina, uova. Eppure non ce la fa: “Per fare bene le cose nella vita, si deve farle” dice Bastianich, ormai promosso aforista in capo. L’altro, Alberto, la spunta con ceci, nduja, finocchio, limone, alghe, bottarga, aglio nero, pecorino, capesante.

Masterchef, i finalisti decisi da 7 platesse e dalla sindrome di D’Alema (ma aridatece er sangue) - 7/8
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