Nel 2017 il fatturato dell’industria italiana corretto per gli effetti del calendario è salito del 5,1%. E’ il maggiore incremento dal 2011. Dai dati Istat diffusi il 22 febbraio emerge che a trainare è stato il fatturato della produzione di energia, comparto che include l’estrazione di materie prime energetiche (petrolio, gas naturale, lignite) e la raffinazione: è salito del 13%. Ha quindi avuto un ruolo importante l’aumento del prezzo del petrolio, che nel 2016 era sceso sotto i 20 dollari al barile. Se si guarda solo al manifatturiero, il fatturato è cresciuto in volume del 3,3%. Sono comunque saliti anche gli ordinativi, che hanno segnato un +6,6% anno su anno.
A dicembre il fatturato dell’industria è cresciuto del 2,5% su novembre – grazie sia al mercato interno (+2,9%), sia a quello estero (+1,9%) – e del 7,2% sullo stesso periodo del 2016. Gli ordini mostrano un incremento sia rispetto a novembre (+6,5%) sia rispetto al dicembre 2016 (+6,9%). Nel confronto con il mese di dicembre 2016, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 6,9%. L’Istat spiega che ad aumentare sono tutti i settori, ad eccezione della metallurgia (-0,8%). Particolarmente significativi risultano gli incrementi dell’elettronica (+22,6%) e delle apparecchiature elettriche (+21,4). Nell’intero quarto trimestre del 2017, infine, la crescita del fatturato rispetto al trimestre precedente è stata del 2,9%.
Dati 2017: PIL +1,5; export +7,4; ordinativi industriali +6,6 e in beni 4.0 +11,1; produzione industriale +3; utilizzo credito imposta R&D +104; fatturato industria +5,1. Numeri non sono né di destra né di sinistra. Molto da fare ma strada è quella giusta https://t.co/n4BEy2Y6Yu
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 22 febbraio 2018