I dubbi di Alessandra Verni e dell’ex marito Stefano Mastropietro, madre e padre di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo, fatto a pezzi, è stato ritrovato in due trolleya a Macerata, sono emersi durante un’intervista a Porta a Porta. I genitori della ragazza temono che sia successo qualcosa dentro la comunità in cui la giovane era ospitata. “Pensiamo dal più piccolo problema a quello più grave cioè che qualcuno le abbia fatto del male“. Qualcosa è successo, perché Pamela vomitava da giorni, “dal 25 dicembre la ragazza ha cominciato a vomitare – ha spiegato la madre – ma a me lo hanno detto soltanto il 15 gennaio”. Stefano Mastropietro ha sostenuto: “quando fai i bagagli e lasci un posto, hai avuto per forza un problema“.

Altre perplessità erano emerse giorni fa, espresse dallo zio di Pamela e legale della famiglia, l’avvocato Marco Valerio Verni, che aveva sostenuto che qualcun’altro potrebbe averle fatto un’iniezione. Anche i genitori sostengono che la ragazza non facesse uso di siringhe. “La sostanza stupefacente, Pamela, non l’ha mai assunta per endovena, la inalava o la fumava. Non ha mai usato una siringa: questo è un dato di fatto, una certezza. Per questo escludiamo che possa essere morta per overdose“, ha detto il padre sempre intervistato da Bruno Vespa. Secondo la madre di Pamela, invece, “può essere stato il nigeriano ad averle detto comprami questa siringa, mi serve. Lui è padre, ha una bambina piccola, non so come l’abbia ingannata”.

L’ultima volta che Alessandra Verni e Stefano Mastropietro sono andati a trovare Pamela in comunità, hanno sostenuto che stesse bene e che fosse contenta del suo incarico come responsabile della lavanderia all’interno della struttura. Per questo sostengono che sia successo qualcosa al’interno del posto in cui Pamela era ospitata e che l’ha costretta a fare i bagagli e scappare. Per loro, la figlia era una ragazza ingenua che si fidava troppo degli altri. “Pamela – ha raccontato il padre – aveva un disturbo della personalità, la droga era una conseguenza. Per questo non ci spieghiamo come possa essersi allontanata“.

Ad Innocent Oseghale, il primo nigeriano arrestato, che ha detto, tramite il proprio legale, “vorrei riabbracciare mia figlia e la mia compagna”, i genitori di Pamela dicono: “Anche noi vorremmo riabbracciare nostra figlia”. Al nigeriano, la mamma di Pamela ha chiesto: “E se fosse successo a tua figlia? Perché l’hai fatto? Se tu rimani lì ad assistere a quello scempio, tu sei complice uguale agli altri se non fai nulla”. “Nostra figlia – dicono Alessandra Verni e Stefano Mastropietro – deve avere giustizia“.

 

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