Wall Street a picco. Lunedì nero per la Borsa americana che, all’indomani della già tempestosa seduta di venerdì 2 febbaio, ha visto il suo listino principale, il Dow Jones, registrare un crollo superiore al 6% per poi chiudere a -4,6% (-3,7% il Nasdaq, -4,11% l’S&P 500) in scia alla prospettiva di un rialzo dei tassi d’interesse e dopo il rally dei listini a gennaio.

L’annuncio di un aumento significativo delle retribuzioni negli Stati Uniti, nello scorso mese di gennaio, ha infatti ravvivato i timori dell’inflazione e la possibilità che la banca centrale america, la Fed, possa alzare i tassi più velocemente del previsto. Questa possibilità ha fatto rimbalzare i rendimenti nel mercato obbligazionario. In particolare, il tasso di finanziamento decennale salito fino al 2,88%, livello più alto dal 2014.

“Siamo sempre preoccupati quando il mercato perde valore, ma siamo anche fiduciosi nei fondamentali dell’economia”, ha commentato in giornata la Casa Bianca. Il presidente Usa, Donald Trump, ha sottolineato più volte la forte performance del mercato azionario a partire dalla sua vittoria elettorale e non aveva ancora avuto a che fare con un significativo arretramento del mercato: il Dow Jones è aumentato di oltre il 30% dalle elezioni.

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