7. Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve: L’eleganza minimalista di una messa in scena sontuosa e l’intimità di sentimenti puramente umani sono le trovate con le quali Villeneuve reinventa uno dei capitoli della fantascienza più importanti della storia del cinema. Il box office sembra non avergli dato ragione, ma gli apici di raffinatezza visiva ed intensità emotiva toccati da questo nuovo Blade Runner 2049 risuonano oltre i “bastioni di Orione”. Si sogna con gli occhi di un visionario e la materia si fa astratta in un grande atto d’amore. Cinema che incanta.

6. 120 Battiti al minuto di Robin Campillo: Campillo fonde la politica, l’intimità personale e la passione carnale con una forza così dirompente che i 120 battiti al minuto saranno quelli del nostro cuore durante la visione. Questo non è soltanto un film ricco di idee intelligenti, oneste e più vere della vita, ma anche un’espressione visiva toccante e piena di umanità.

5. Il cliente di Asgar Farhadi: Una catapulta dentro un baratro di tensione insostenibile. Farhadi è ormai un maestro assoluto nel porre il suo sguardo lucido e chirurgico su ciò che decide di raccontare e questa volta dirigerà la narrazione verso una deriva sconvolgente, in cui ogni scelta peserà come un macigno davanti al bivio tra misericordia e vendetta. Grandissimo cinema.

4. La La Land di Damien Chazelle: Uno spettacolo di coreografie, suoni ed immagini pronto a farvi danzare con l’immaginazione sulle note di melodie già indimenticabili. L’amore può ancora essere una magia, per cui ama con tutto te stesso, comunque vada; il resto è la voglia di meravigliarsi davanti ad un trentaduenne che si diverte a dipingere il mondo con colori che la realtà non conosce. Un cult generazionale istantaneo.

3. Silence di Martin Scorsese: Scorsese si conferma per l’ennesima volta un autentico maestro che vive e respira delle immagini che mette sullo schermo. Certamente Silence non è un film facile e immediato, ma tocca vette di bellezza trascendente talmente folgoranti che è impossibile non rimanerne rapiti. Un viaggio emotivo che si snoda su vari livelli e a diverse profondità, saziando la mente di domande e riflessioni. Proprio come Bergman e Dreyer, Scorsese continua a trovare nella religione un campo di battaglia che lascia a brandelli qualsiasi combattente e soltanto perché si è usciti dalla sala non vuol dire che il film sia finito.

Che bellezza, che brutalità, che follia!!!

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