In latino la parola munus ha due significati, da un lato il concetto odierno di “dono” dall’altro il significato di “obbligo”. Come si può valutare risalendo alla sua origine il regalo, che si è soliti fare a Natale, è carico di ambivalenze e vissuti psicologici contrastanti. Da un lato si tratta di una elargizione con risvolti affettivi verso le persone care ma anche una dimostrazione di gratitudine per cortesie ricevute nel corso dell’anno con l’aspettativa per favori futuri.

Un paziente mi racconta che tutti gli anni prova un certo imbarazzo al momento dello scambio dei regali in famiglia. Lui per vicissitudini lavorative è diventato molto più ricco del fratello per cui non sa come scegliere il valore dei regali. Se, come è capitato alcune volte, si presenta con regali molto costosi per i genitori, il fratello, la cognata o i nipoti viene criticato perché “fa lo sborone” e simbolicamente umilia il fratello che casomai ha scelto doni molto più modesti. Viceversa l’anno scorso, dopo aver fatto regali poco costosi, si è sentito rimproverare come tirchio.

Un medico dipendente dell’Usl mi racconta che per vari anni un suo conoscente gli faceva doni natalizi. Durante l’anno questa persona si aspettava da lui accondiscendenza alle richieste di prestazioni sanitarie di favore che a volte potevano essere nell’ambito del lecito ma alcune volte sfociavano nell’illecito.

Come si evince da questi due esempi, il dono natalizio riveste significati molteplici. Molti si trovano nell’imbarazzo chiedendosi se sia meglio fare o non fare un dono alla tal persona. Se fai un regalo poni l’interlocutore nella situazione di dover contraccambiare. A volte ti senti in difficoltà nella scelta fra un dono troppo misero e uno troppo costoso. Puoi avere il timore che venga scambiato per una modalità corruttiva surrettiziamente posta in essere attraverso i messaggi di fratellanza e bontà natalizi.

La scelta del regalo è oltremodo difficile visto che ormai tutti hanno più oggetti di quello che loro occorra. Si rischia di cadere in stereotipi quali la cravatta o l’ombrello che, al di la della loro pratica utilità, vengono vissuti come impersonali e frutto di scelta frettolosa per cui chi riceve il dono può, addirittura, sentirsi offeso.

L’idea che qualcuno ti abbia tenuto in considerazione è indubbiamente piacevole ma solo raramente puoi percepire un pensiero e un’attenzione reale in un dono “fatto perché si deve fare”. Il dono ha inoltre il significato sociale di esorcismo collettivo rispetto alla fase dell’anno in cui la natura pare non volerci più elargire regali sotto forma di frutti, fiori e prodotti vari. Si afferma col dono simbolicamente che la madre terra riprenderà il suo corso elargendoci nuovi prodotti. Per chi è cristiano, simbolicamente, il regalo viene associato al dono divino della nascita del proprio figlio nel mondo per offrire nuove speranze all’umanità.

Per conto mio. rimango favorevole ai regali natalizi in quanto, bene o male, esprimono vicinanza emotiva e in un mondo di solitudini esistenziali rompono momentaneamente l’isolamento. Da un punto di vista pratico delego tutto a mia moglie, che li sceglie in grande anticipo durante i viaggi che facciamo nel corso dell’anno, e non ci penso più.

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