Usare un termine maschile per rivolgersi a una donna è una modalità largamente diffusa, e non solo in Italia. “Sono dal medico”, sentono le dottoresse italiane dai loro ambulatori, “gentile magistrato”, si vedono indirizzare le donne con la toga. Ma da oggi, un errore di questo tipo potrò costare caro agli scrittori emergenti del Regno Unito. “Se uno scrittore allegherà al suo manoscritto una lettera che inizia con la classica espressione ‘Gentili signori’ (in inglese Dear Sirs, ndr.), semplicemente non prenderemo neppure in considerazione il suo lavoro”. Questa la scelta che ha fatto la Tramp Press, casa editrice indipendente irlandese che da qualche settimana ha stilato un suo personale codice di comportamento contro gli scrittori sessisti. “La nostra non è una politica femminista – raccontano Sarah Davis-Goff e Lisa Coen, le due donne alla guida della casa editrice specializzata in narrativa – semplicemente abbiamo creato delle regole contro il sessismo”.

Tra queste regole, oltre a evitare di riferirsi alle due donne al timone della Tramp Press con formule maschili, agli scrittori che si candidano a pubblicare con la casa editrice fondata nel 2014 è chiesto di dimostrare di avere almeno una donna tra i propri autori di riferimento. “Le statistiche di VIDA (associazione femminista che ogni anno calcola la disparità di genere nelle principali pubblicazioni letterarie e recensioni di libri, ndr) mostrano come gli autori maschili siano presi più seriamente di quelli femminili – continuano le due editrici – Eppure, chi vuole diventare uno scrittore deve assicurarsi di leggere anche donne, persone di colore, generi letterari differenti. Insomma, gli scrittori devono essere onnivori e voraci”.

Chi vuole diventare uno scrittore deve assicurarsi di leggere anche donne, persone di colore, generi letterari differenti

Per Sarah e Lisa ricevere email che si aprono con la tradizionale formula “Dear Sirs” non è solo la mossa di una persona poco attenta, che non è andata a vedere sul sito internet della Tramp Press come questa casa editrice sia stata ideata e sia tutt’ora portata avanti da due donne. Il reale problema è che questa modalità nasconde un pensiero discriminatorio. “Se ti rivolgi a me declinando la frase al maschile stai dando per scontato che l’unica persona qualificata per leggere il tuo scritto sia un uomo. O, ancora peggio, potresti pensare che noi abbiamo un capo, e che questo capo sia di sesso maschile. Per molti è difficile credere che la nostra casa editrice sia stata creata da donne”, raccontano le due editrici che hanno in catalogo titoli arrivati in finale al Booker Prize, tra i più importanti premi letterari del Regno Unito.

Perché oltre al sessismo “di facciata” condannato dalla Tramp Press, esiste un’altra forma di discriminazione, ed è quella che vivono tutti i giorni le autrici donne. “Alle scrittrici viene spesso detto che i loro libri sono solo ‘per donne’, come se ‘essere donna’ fosse un genere letterario – racconta Sarah e Lisa – La verità è che è molto più difficile che i libri scritti da donne siano recensiti o vincano premi letterari”. Inoltre, in un periodo in cui sempre più persone del grande schermo e del mondo dello spettacolo raccontando di molestie sessuali subite, “sarebbe ingenuo immaginare che ciò non avvenga nell’editoria”.

Alle scrittrici viene spesso detto che i loro libri sono solo ‘per donne’, come se ‘essere donna’ fosse un genere letterario

Eppure, anche i lettori possono fare qualcosa per ribaltare il sessismo dilagante nel mondo editoriale, e lo possono fare col loro potere di acquisto. Quali sono, quindi, le autrici consigliate dalla coppia di editrici? Se avete la possibilità di leggere in inglese, Sarah e Lisa suggeriscono di mettere sul vostro comodino Spill Simmer Falter Wither, romanzo d’esordio di Sara Baume che racconta la poetica amicizia tra due reietti, un 57enne e un cane con un solo occhio, e The Iron Age di Arja Kajermo, una fiaba raccontata dalla prospettiva di una giovane ragazza di una famiglia povera della Finlandia.

Non volevano fare scandalo con il loro appello Sarah e Lisa, solo precisare di non essere “la giusta casa editrice per chi, maschio o femmina che sia, pensa che la misoginia sia in qualche modo accettabile”. Da quando la loro politica contro il sessismo in ambito editoriale è stata lanciata, la Tramp Press non ha ancora dovuto rifiutare nessun manoscritto. “Tutti gli scrittori in erba che si candidano a pubblicare con la nostra casa editrice ora si rivolgono a noi con i nostri nomi e citano anche donne tra gli scrittori di riferimento”, raccontano le due editrici, precisando che è addirittura aumentato il numero di manoscritti femminili che viene spedito loro. Tuttavia, viene difficile pensare che dopo un manifesto così dichiaratamente contro il sessismo le due donne non abbiamo ricevuto neppure un messaggio di disapprovazione. “A dire il vero, giusto un paio di email davvero spassose scritte da uomini molto arrabbiati con noi per quanto avevamo detto – chiudono Sarah e Lisa con una risata – Sai, ci sono tanti di questi uomini imbestialiti là fuori”.

(Credits foto: Bríd O’Donovan)

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