Ha tentato di uccidere le figlie di unotre anni mettendo droghe e sedativi nel loro biberon: per lei la Procura di Roma ha stabilito il giudizio immediato con l’accusa di tentato omicidio. La prima udienza è stata fissata per il 10 gennaio 2018 davanti ai giudici della Quinta sezione penale. La vicenda risale al novembre 2016, quando la bambina era ricoverata per dei controlli all’ospedale Bambino Gesù di Roma e la donna, per ben due volte,  “in assenza di alcuna prescrizione medica ha somministrato nel tempo alla figlia farmaci neurolettici e antiepilettici nella negligente omissione di controllo da parte del padre”. In passato la donna avrebbe già tentato di avvelenare con le stesse modalità anche la figlia più piccola, di appena un anno, che allora era ricoverata all’ospedale Santobono di Napoli. 

Marina Addati, così si chiama la donna di 29 anni madre delle due bimbe, era stata arrestata nel gennaio scorso e si trova ora nel carcere di Benevento. Il Tribunale per i minori di Napoli ha chiesto ed ottenuto la sospensione “dell’esercizio della responsabilità genitoriale” per la donna e il marito, e per i pm di Roma la donna potrebbe essere affetta da “qualche sindrome di natura psichiatrica – è scritto nel capo di imputazione -. Si ipotizza una sindrome di Munchausen, conosciuta anche come sindrome di Polle, disturbo che affligge i genitori, perlopiù madri, spingendoli ad arrecare un danno fisico al figlio per farlo credere malato così da attirare l’attenzione su di sé”.

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Crollo Torre Piloti, l’atto d’accusa del pm: “È un caso unico al mondo. Pericolosità immediatamente percepibile a chiunque”

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