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Formula 1, la Ferrari verso il 2018. E che il 2017 insegni qualcosa

Formula 1, la Ferrari verso il 2018. E che il 2017 insegni qualcosa
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Si è chiusa una stagione che nessuno aveva previsto. Alla vigilia in pochi, o forse nessuno, pronosticavano con una Ferrari capace di guidare la classifica iridata per ben 12 gare. La Mercedes per certi momenti è sembrata in difficoltà, forse quasi dietro alla rossa, fino a quando, a Monza, in casa della Ferrari, si è rotto qualcosa che fino a quel momento stava consentendo a Vettel di poter mettere le mani sull’Iride.

Un patto tra team stracciato, una parola tra gentiluomini rimangiata, pochi sanno come realmente è andata, e possiamo dire che, probabilmente, anche alla Federazione la situazione è sfuggita di mano. Quando, infatti, gli anglo-tedeschi hanno deciso, in modo inaspettato, di anticipare l’omologazione dell’unita di potenza, è emerso un certo imbarazzo decisionale che ha però consentito ai tedeschi di sottrarsi dal vincolo che limitava la quantità d’olio motore bruciabile nell’arco di un GP. A quanto pare, sembra esistesse un accordo tra i team (Ferrari e Mercedes con la Federazione) di non omologare motori prima dell’entrata in vigore della norma, ma quando invece questo è accaduto, la Mercedes ha potuto usufruire dell’utilizzo di 0,3 litri in più rispetto agli avversari.

Quanto poi quel quantitativo di olio in più avesse contribuito all’incremento dell performance del team anglo-tedesco è tutto da provare e da verificare, resta il fatto che, se a Stoccarda decisero di anticipare i loro piani, un certo vantaggio ci sarà pure stato.

Non tutto però è ora imputabile a questo evento che, seppur importante, non è l’unico, ovviamente, che ha deciso il mondiale. La Ferrari deve anche guardare al suo interno, a scelte sbagliate forse fatte in momenti sbagliati. L’atto di forza della Mercedes a Monza, ha impaurito la Ferrari che probabilmente ha osato fin troppo forzando la meccanica e gli sviluppi tanto da perdere quell’affidabilità così preziosa che le avrebbe consentito di lottare, almeno, fino all’ultima gara. Non ci sarebbero però dovuti essere gli errori di Sebastian Vettel a Baku e a Singapore, sintomo, anche quello, di una certa debolezza ed insicurezza. Nel primo caso, forse il tedesco aveva cominciato a percepire il ritorno delle frecce d’argento, nel secondo caso, le sentiva fin troppo addosso.

Errori che dovrebbero insegnare qualcosa, come quello di aver deciso di correre nel 2017 con uno scudiero che troppe poche volte ha “tolto” punti agli avversari, come ha fatto invece in modo utilissimo Valterri Bottas per Hamilton. Purtroppo però questo errore verrà ripetuto e resta soltanto la speranza di non essere costretti a ripeterlo,  nuovamente,  il prossimo anno a fine stagione.

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