Un settore in ripresa, dopo il periodo di “luci e ombre” dello scorso anno. Le imprese elettroniche ed elettrotecniche crescono e investono in innovazione. Sia quelle piccole e medie che le realtà più grandi.

I dati sono quelli presentati dall’Anie, la federazione di settore, aderente a Confindustria, che raccoglie 1.300 aziende associate, per un totale di 468mila addetti e 74 miliardi di euro di fatturato. La “casa delle tecnologie italiane”, come la definisce il presidente Giuliano Busetto, che ha voluto esaminare un campione di 120 imprese, espressione di 13 miliardi di fatturato, per analizzare l’andamento del 2017. Il principale dato che emerge è che nel primo semestre di quest’anno più della metà delle aziende – il 56% – segnala una crescita del fatturato rispetto al secondo semestre del 2016 e registra una crescita del fatturato estero. “Questo grazie all’attuale fase di espansione a livello mondiale, soprattutto in Cina e Usa, ma anche europeo“, ha commentato Busetto. Cresce, per la metà delle aziende interpellate, anche l’ordinato totale. Il mercato trainante della domanda rimane quello dell’industria, seguito da quello del trasporto ferroviario ed elettrificato, anche questo in crescita. Stabile la domanda in arrivo dai mercati dell’energia e delle costruzioni.

Se non in aumento, per lo meno stabile è anche l’occupazione. Nel primo semestre del 2017 l’85% delle aziende che hanno preso parte all’indagine non ha ridotto il proprio personale, sia che si tratti di operai e tecnici, i cosiddetti blue collar, che impiegati, i white collar. E un terzo prevede nuove assunzioni. Questo nonostante le difficoltà, sottolineate anche dal vicepresidente di Anie Guidalberto Guidi, di trovare personale con competenze adeguate e di confrontarsi con il sempre più largo impiego di robot. Su questo punto Busetto è convinto: l’automazione non sostituirà l’uomo. “Si tratta di collaborative robot, che affiancheranno l’uomo, ma sarà sempre quest’ultimo a mantenere il controllo“, ha detto il numero uno di Anie, nonché capo della divisione Industria di Siemens.

Nella ripresa del settore elettronico ed elettrotecnico ha pesato anche il piano Industria 4.0 varato dal ministero dello Sviluppo economico per incentivare gli investimenti in innovazione da parte delle aziende attraverso ammortamenti di vario tipo. Secondo i dati di Anie, oltre l’80% delle imprese ha realizzato attività di innovazione, o prevede di farlo entro la fine dell’anno, e di queste il 65% investirà in questo ambito cifre maggiori di quelle dell’anno scorso. Questi investimenti riguardano principalmente ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, miglioramento di processi aziendali e acquisto di beni strumentali. Secondo le aziende interpellate il piano Industria 4.0 ha migliorato i processi produttivi (32%), la logistica e l’efficienza organizzativa (20%), il marketing e le vendite (17%), la creazione di servizi innovativi (16%) e l’offerta (15%). Dall’indagine emerge che a frenare gli interventi di innovazione sono la scarsa conoscenza delle nuove tecnologie (28%), il lento ritorno degli investimenti e la poca ricettività del mercato (22%), la mancanza di profili professionali adeguati (17%) e i rischi legati alla sicurezza dei dati (13%).

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