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Ischia tra sisma e abusivismo, perché le cose non cambieranno

Ischia tra sisma e abusivismo, perché le cose non cambieranno
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Non sono mai stato ad Ischia, né ci andrò mai. Non mi piacciono le mete del turismo di massa né tanto meno quei luoghi in cui il territorio e la natura sono violentati come appunto accade qui.

Non so se le case che sono cadute ad Ischia fossero abusive. Certo è che gli esperti affermano che è strano che una scossa di magnitudo 4 possa provocare disastri come questi. Viene da pensare che – abusivismo o meno – le case fossero state tirate su non solo senza criteri antisismici (il che è scontato), ma anche in tutta fretta e magari con materiali scadenti. Resta il fatto che se si fosse costruito con criterio non ci sarebbero stati crolli e morti. Ma qui evidentemente le buone pratiche edilizie sono sconosciute. Sentite qui: solo negli ultimi trent’anni, nell’isola sono state presentate ben 27.000 (!) pratiche di condono edilizio. Le case ritenute abusive sarebbero oggi più di 600 e sarebbero ovviamente destinate alla demolizione.

“Sarebbero” perché la legge voluta dal governatore De Luca sull’abusivismo edilizio di fatto le sanerebbe. Anche se oggi lo stesso De Luca afferma: “Ad Ischia sono stati compiuti abusi di tipo criminale, con strutture costruite in zone a rischio idrogeologico che vanno abbattute prima possibile”.

Ma ci permettiamo di non credere a De Luca. L’Italia è un paese fragile geologicamente, in cui le voci dei geologi sono fra le meno ascoltate, in cui ogni cento nuove costruzioni legali a uso abitativo se ne aggiungono diciotto che non lo sono, in cui continua imperterrito il consumo di suolo, ma è anche un paese che ha la memoria corta, anzi cortissima.

Ad Ischia non verranno abbattute le case abusive (anche perché abbattere le case significa perdere voti, ed il perdere voti è certo, che le case cadano a seguito di un sisma è solo ipotetico). Così come quando ci furono le alluvioni (anche qui con i loro sacrosanti morti) non si abbatterono gli edifici eretti in zone esondabili. Senza dimenticare – a proposito di abusi e di conseguenti morti – il caso di scuola dell’Hotel Rigopiano.

Insomma, credetemi, nulla cambierà, si andrà avanti così, come se nulla fosse successo. Del resto, visto che siamo in Campania, non si dice che siamo il paese di Pulcinella?

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